Agroecosistema

Microclima


Però io credo che il passato non si debba dimenticare. Per esempio sarebbe necessario tornare a quello che era l'atteggiamento dei contadini quando prendevano coscienza del loro fondo e progettavano le attività che dovevano impiantarvi
... Era una visone che partiva da un approccio complesso, di attenzione alle interconnessioni, che in questo modo otteneva la maggiore efficienza dall'ambiente circostante senza comprometterlo. L'uomo collaborava con la Natura
Dialogo sulla natura, Petrini C. a Rifkin J., 2010

L'ecosistema agrario si sviluppa per relazioni tra componenti naturali, fattori ambientali e biotici, coltivazione di piante e l'allevamento di animali. Da questo deriva l'eterogeneità dei diversi territori rurali.

Gli agrosistemi, così come gli ecosistemi, sono regolati dal clima, dal tipo di suolo, dall'acqua, dai viventi e da tutti i processi che ne determinao equilibri e peculiarità, ma l'agro-eco-sistema è anche il "luogo" dove spiccano le scelte di gestione ambientale che non possono eludere o asservire all'infinito i cicli naturali.

È importante gestire le attività agricole, zootecniche e forestali non solo nel rispetto degli impegni e dei limiti aziendali, ma si deve contribuire anche alla conservazione del capitale naturale dal quale hanno origine i prodotti dell'impresa stessa. Un'agricoltura sostenibile è un'agricoltura che può avere importanti funzioni per la gestione del territorio, per la biodiversità e il paesaggio. In Italia il 21% della SAU (superficie agricola utilizzabile) presenta caratteri di alto valore naturalistico.

Scegliere tecniche agronomiche capaci di preservare struttura e fertilità dei suoli, con ridotti impatti ambientali derivanti dall'impiego di prodotti chimici di sintesi, dall'intensività delle produzioni e dalla meccanizzazione, sul medio-lungo periodo mantengono vivo il territtorio sotto il profilo agronomico ed economico. Ad oggi, tra queste pratiche possiamo citare sistemi di produzione integrata o biologici, le lavorazioni conservative del suolo, gli avvicendamenti colturali e l'uso di fasce tampone.

Altre pratiche utili per la conservazione delle risorse ambientali:

  • Mantenere o creare le infrastrutture ecologiche (siepi, alberi, frangiventi, boschetti, pozze, laghetti, maceri, fontanili, zone umide, margini erbacei non coltivati, prati, pascoli, radure, steppe), che contribuiscono all'autoregolazione del sistema agricolo. Esse forniscono cibo alternativo agli insetti e rifugio per i predatori naturali di fitofagi (sostituenti degli antiparassitari). Questi elementi, oltre a creare micro-habitat utili anche alle produzioni agricole (lotta biologica), hanno una forte valenza ecologica e paesaggistica;

  • Diversificare le produzioni a tutela del contesto rurale e delle comunità locali, con l'aumento della naturalità diffusa, e riduzione della semplificazione del paesaggio e frammentazione di habitat naturali e semi-naturali;

  • Utilizzare tecniche di difesa e conservazione del suolo e delle acque (fossi, siepi, alberature e altre strutture proprie del paesaggio agrario), implementare le sistemazioni idraulico agrarie tipiche di ciascun territorio (rittochino, cavalcapoggio e girapoggio);

  • Consociazioni arboreo-arbustivo-erbacee in prossimità di estese aree ad agricoltura intensiva e nelle fasce golenali, per assicurare una rete ecologica per l'avifauna, la fauna minore e specie legate agli habitat acquatici;

  • Considerare l'uso di colture intercalari appropriate ed evitare la non "copertura" dei terreni agricoli, al fine di offrire la più utile protezione del suolo da fenomeni erosivi;

  • Coltivare e mantenere in riproduzione varietà e razze antiche, in base alla loro attitudine o vocazione in relazione alle tendenze climatiche;

Gli agricoltori sono, e devono essere maggiormente incoraggiati alla salvaguardia ambientale, attraverso gli strumenti previsti dalla PAC, le misure agro-ambientali del PSR e le indennità Natura 2000.

Microclima

L'intero pianeta è suddiviso in regioni climatiche, ciascuna con differenti condizioni d'irraggiamento, di temperatura, di vento, di precipitazioni, di umidità dell'aria, ed evapotraspirazione. Si tratta del macroclima, che è determinato da una serie di fattori quali latitudine, altitudine, la conformazione della superficie terrestre, la distanza dai grandi bacini d'acqua, le correnti marine, etc.

Al macroclima si può associare un microclima, specifico di una piccola area o limitata superficie, le cui caratteristiche dipendono dalle interazioni tra topoclima (clima locale di una zona), posizione del terreno (pendenza, esposizione), micro-orografia locale (depressioni e bacini), caratteristiche del terreno e della vegetazione. In quest'ambito la produzione agricola che è necessariamente ed inevitabilmente connessa agli effetti indotti dalle variabili del clima, risente, più o meno positivamente, delle condizioni micro-climatiche.

Si deve tenere presente che in agricoltura alcuni fattori climatici sono modificati artificialmente per scopi produttivi: l'impiego di serre, tunnel, letti caldi permettono di agire sulla temperatura e ottenere prodotti anche "fuori-stagione"; l'irrigazione antibrina protegge dai danni provocati dal gelo; l'ombreggiamento mdifende la vegetazione dall'eccessivo irraggiamento; problemi di erosione eolica sono affrontati utilizzando barriere frangivento, etc.

Resta evidente però che nell'eco-mosaico, le condizioni microclimatiche influenzano le dinamiche di popolazione e la qualità e il tipo di specie presenti, in particolare nelle aree con maggiore frammentazione.

Ad esempio la riduzione della copertura arbustiva può alterare il microclima, determinando un aumento della temperatura media e un'alterazione del tasso di umidità, quindi maggiori escursioni termiche tra il giorno e la notte, questo si ripercuote sulle componenti ecologiche del sistema stesso e costituisce una minaccia per la biodiversità.

Il ciclo delle piante e il ciclo delle stagioni

Il ciclo vitale delle piante è regolato da meccanismi fisiologici legati al ciclo naturale dei giorni e delle stagioni. Le piante risentono quindi dell'influenza dovuta all'alternanza di condizioni di luce, temperatura e disponibilità idrica (stagioni secche ed umide).

Termoperiodismo: le piante rispondono alla fluttuazione ritmica della temperatura, la cui escursione tra il giorno e la notte determina la crescita e la traslocazione dei nutrienti verso i frutti.

Vernalizzazione: corrisponde alla richiesta di freddo, "misurata" dalla pianta, in ore passate al di sotto di una certa temperatura. Ad esempio, alcune sementi o le gemme degli alberi germogliano in primavera dopo aver superato un periodo di freddo; anche i frumenti autunno-vernini devono trascorrere un periodo di freddo perché nei loro tessuti venga indotta l'iniziazione fiorale.

Fotoperiodismo: determina la fioritura delle specie vegetali. A seconda della provenienza geografica, le specie vegetali sono raggruppate in brevidiurne, se la loro fioritura avviene dopo il solstizio estivo, quando le giornate tendono ad accorciarsi (es. mais e sorgo) e in longidiurne, se per fiorire necessitano di giorni lunghi; alcune, negli ambienti tropicali, fioriscono tutto l'anno.