Cosa significa biodiversità

Biodiversità agricola Biodiversità culturale


La biodiversità, nostro capitale naturale, è conservata e ripristinata per garantire il mantenimento dei servizi ecosistemici e per contribuire al benessere umano
Vision CBD: Convention on Biological Diversity

La biodiversità è l'espressione della varietà degli organismi a tutti i livelli, quindi, è la varietà degli ecosistemi, delle comunità e degli organismi presenti in un particolare habitat (Edward O. Wilson).

Secondo la Convention on Biological Diversity - CBD, la biodiversità è la varietà e la variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità all'interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi

La biodiversità viene così valutata su più livelli di organizzazione biologica, da quello genetico a quello delle comunità che compongono gli ambienti terrestri ed acquatici, considerandone tutti i parametri funzionali, inclusi i processi ecologici ed aspetti evolutivi:


Genetica Definita all'interno di una specie; le popolazioni e gli organismi sono diversi perché hanno un patrimonio genetico unico e irripetibile, che di generazione in generazione cambia per effetti dovuti alla ricombinazione genica e alle mutazioni (e.g. razze e varietà)
Specifica Variabilità del numero di specie; le specie sono diverse tra loro, e ciascuna con un proprio ruolo di sostegno alla vita e dell'ecosistema naturale (e.g. piante, funghi, animali etc.)
Ecosistemica Relativa alla diversità degli ambienti; gli ambienti di crescita delle comunità sono diversi tra loro a causa di diverse condizioni pedo-climatiche e biotiche (e.g. boschi, acque, prati etc.)
Paesaggio Multidimesionale; tra i diversi livelli di un sistema ambientale si instaurano complesse funzioni di interdipendenza che costituiscono un ecomosaico nel quale si riscontrano anche specifiche proprietà e singolarità

La biodiversità oggi esistente è il risultato del processo evolutivo degli esseri viventi, iniziato circa tre miliardi e mezzo di anni fa, nel quale le specie viventi non si sono solo adattate passivamente alle condizioni ambientali, ma le hanno anche modificate interagendo in modo attivo, cioè fornendo nuovi percorsi e possibilità evolutive, occupando nuove nicche ecologiche e tutti gli Habitat disponibili.

Generalmente, in ecologia, all'interno di un ecosistema la diversità è soggetta a due flussi: uno di entrata, che aumenta la diversità, grazie a mutazioni, ricombinazioni genetiche e immigrazioni; l'altro, di uscita, che invece riduce la diversità, con eventi di estinzione ed emigrazione. Nella biosfera vi sono fenomeni di riequilibrio con feed-back, che nel tempo provvedono all'autoregolazione dei processi biologici e della distribuzione delle specie, tanto che nel 1979 il chimico-fisico James Lovelock, elaborò un'ipotesi secondo cui il nostro pianeta è di fatto un super-ecositema (ipotesi Gaia), dove il biota, dai batteri alle balene dalle alghe alle sequoie, può essere immaginato come una singola entità vivente.

Secondo questa teoria, le risorse e le condizioni fisico-chimiche della Terra si riadattano alle esigenze delle varie forme di vita, grazie alla presenza della vita stessa.

Quello che è evidente è che nell'evoluzione del nostro pianeta possiamo considerare diversità biologica ed ecologia, come due faccie della stessa moneta.

Biodiversità agricola

Le componenti della diversità biologica relative al cibo e all'agricoltura, sono una parte importate della biodiversità è di tutte le componenti che costituiscono gli ecosistemi agricoli, chiamati agroecosistemi o agrosistemi: le varietà e la variabilità degli animali, delle piante e dei microrganismi a livello genetico, a livello di specie ed a livello di ecosistema, sono necessari per matenere le funzioni chiave degli agroecosistemi, nonché la loro struttura ed i loro processi. In questo contesto non si possono trascurare le conoscenze tradizionali, che diventano parte integrante dell'agrosistema produttivo (FAO, 1999).

 Biodiversità negli ecosistemi agricoli

La semplificazione della variabilità e della diversità ambientale, unita a necessità produttive vincolate ad input esterni molto spesso eccessivi, sono la causa della semplificazione dell'agrosistema e di conseguenza di alcune delle principali criticità ecologiche.

Queste diversità strutturali e funzionali dell'agroecosistema rispetto ad un sistema naturale ne determinano la fragilità dell'equilibrio ecologico. A differenza di un ecosistema, in grado di adattarsi a condizioni sfavorevoli e ad oscillazioni delle popolazioni nocive, l'agroecosistema manca della capacità di autoregolazione (nel ciclo degli elementi nutritivi, nella conservazione della fertilità, nella regolazione degli agenti dannosi, nei rapporti tra i diversi anelli della catena alimentare).

Occorre considerare che oltre il 90% della superficie europea è interessata da superficie agricola, pertanto la corretta gestione delle aree agricole e degli ambienti rurali offre l'opportunità di preservare e connettere ecosistemi differenti, mantenendo la biodiversità, i cicli ecologici ed i servizi ecosistemici.

Biodiversità culturale

L'identità di ciascun popolo, il dialetto, le varietà coltivate, gli alimenti, il folklore, rappresentano le diversità culturali che si sono evolute nel corso della storia. Proprio le caratteristiche geo-climatiche e le specie viventi tipiche di una certa area, hanno contribuito ad ispirare e sviluppare le conoscenze, le arti e le tradizioni locali che, per secoli, sono state tramandate oralmente, ma che oggi, causa i nuovi modelli di globalizzazione, rischiano di andare perse.

 Dichiarazione Universale dell'Unesco sulla diversità culturale

  • Art. 1 - La diversità culturale, patrimonio comune dell'Umanità:
    La cultura assume forme diverse nel tempo e nello spazio. La diversità si rivela attraverso gli aspetti originali e le diverse identità presenti nei gruppi e nelle società che compongono l'Umanità. Fonte di scambi, d'innovazione e di creatività, la diversità culturale è, per il genere umano, necessaria quanto la biodiversità per qualsiasi forma di vita. In tal senso, essa costituisce il patrimonio comune dell'Umanità e deve essere riconosciuta e affermata a beneficio delle generazioni presenti e future.

  • Art. 3 - La diversità culturale, fattore di sviluppo: La diversità culturale amplia le possibilità di scelta offerte a ciascuno; è una delle fonti di sviluppo, inteso non soltanto in termini di crescita economica, ma anche come possibilità di accesso ad un'esistenza intellettuale, affettiva, morale e spirituale soddisfacente.