Le microplastiche non sono tutte uguali

Plastiche e microplastiche sono riconosciute come un inquinante emergente con effetti nefasti sulla salute dell'ambiente, dell'uomo e degli animali acquatici. Ora lo  studio "PET particles raise microbiological concerns for human health while tyre wear microplastic particles potentially affect ecosystem services in waters", ha dimostrato come "Microplastiche diverse possano causare un impatto differente sulle comunità batteriche in acqua".

Generalmente le comunità batteriche che crescono sulle microplastiche come biofilm sono studiate senza approfondirne le differenze legate al tipo di plastica su cui proliferano, ma come un unico comparto, la cosiddetta plastisfera. Gianluca Corno dell?Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche di Verbania (Cnr-Irsa) "Questo risultato ci pone, per la prima volta, di fronte alla necessità di riconsiderare i metodi di analisi dell'inquinamento da microplastiche e di tenere in conto le particelle di pneumatico, che possono avere un impatto decisivo sulla qualità degli ecosistemi acquatici in nazioni come l'Italia dove i fiumi sono particolarmente esposti a questo tipo di inquinamento".... (continua a leggere)


Greenreport: link | 7/04/2022

La filiera italiana delle bioplastiche

Il 7° rapporto annuale di Assobioplastiche, realizzato nell'ambito del progetto europeo ?Bioplastics Europe H2020? mostra come l'industria delle plastiche biodegradabili e compostabili sia in buona salute e continui a crescere, conquistando una posizione di crescente rilevanza nel mercato europeo. Il macro settore è rappresentato in Italia da 278 aziende, tra produttori di chimica e intermedi di base, produttori e distributori di granuli, operatori di prima e seconda trasformazione, con 2.775 addetti dedicati, oltre 110.000 tonnellate di manufatti compostabili prodotti e un fatturato complessivo di 815 milioni di euro. Un fatturato che ha segnato un trend costante di crescita annuo del 10% negli ultimi dieci anni.

Volendo osservare il percorso evolutivo di questo settore possiamo individuare una crescita legata ad una graduale e costante espansione dei settori applicativi: fino al 2010 gli unici protagonisti sono stati i sacchetti dell?umido, dal 2011 sono comparsi gli shopper e dal 2015 il film agricolo, il film da imballaggio alimentare e il film da imballaggio non alimentare, il 2017 è stato l?anno dell?introduzione degli shopper ultraleggeri e nel 2019 sono stati introdotti sul mercato gli articoli monouso. Pressoché tutti i principali settori applicativi continuano a mettere a segno numeri positivi, con l'eccezione dei sacchettini per primo imballo alimentare, cosiddetti ultraleggeri. Gli articoli monouso sono quelli che mettono a segno le performance migliori (continua a leggere)

Asvis: link | 16.09.2021

SNPA: Rapporto 2020 sul consumo del suolo

Il dato più evidente e preoccupante che emerge dal rapporto "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici" presentato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA), è che L'aumento del consumo di suolo non va di pari passo con la crescita demografica e in Italia cresce più il cemento che la popolazione: nel 2019 nascono 420 mila bambini e il suolo ormai sigillato avanza di altri 57 km2 (57 milioni di metri quadrati) al ritmo, confermato, di 2 metri quadrati al secondo. E? come se ogni nuovo nato italiano portasse nella culla ben 135 mq di cemento.

E' stato messo in risalto che non c'è un legame, quindi, tra popolazione e nuovo cemento e si continua ad assistere alla crescita delle superfici artificiali anche in presenza di stabilizzazione, in molti casi addirittura di decrescita, della popolazione.

I dati del SNPA pertanto mostrano un Paese incapace di togliere i piedi dal cemento e da una "rendita" scriteriata e incurante dei rischi e che ormai appartiene al passato: "Lo spreco di suolo continua ad avanzare nelle aree a rischio idrogeologico e sismico e tra, le città italiane, la Sicilia è la regione con la crescita percentuale più alta nelle aree a pericolosità idraulica media". (continua a leggere)


Greenreport: link | 23.07.2020

Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale italiano

Il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia (terza edizione), ha il compito di evidenziare ai policy makers il fondamentale ruolo ricoperto dal Capitale Naturale italiano rispetto al sistema socio-economico del Paese, elaborando schemi concettuali, migliorando la conoscenza e affinando modelli di misurazione del Capitale Naturale e degli impatti delle politiche su esso.

I Rapporti vengono consegnati dal Ministro dell'Ambiente al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Economia, al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi sociali, economici e ambientali coerenti con l'annuale programmazione finanziaria e di bilancio. Grazie ad una sempre maggiore sinergia tra esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali, e la pubblica amministrazione, da una edizione all?altra del Rapporto sono stati compiuti significativi progressi in termini di arricchimento dei fattori di analisi, miglioramento della valutazione biofisica degli ecosistemi, definizione di percorsi metodologici per l?attribuzione di una misurazione monetaria al flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal nostro Capitale Naturale.

Il Comitato per il Capitale Naturale ribadisce nel 3° Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale la necessità di rafforzare l'impegno affinché siano messe in atto le principali Raccomandazioni individuate nelle due prime edizioni del Rapporto, volte all'integrazione del Capitale Naturale nelle valutazioni e nei sistemi di monitoraggio delle politiche, nelle politiche economiche e nella pianificazione territoriale, con l'intento di assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli obiettivi globali tracciati dall'Agenda 2030 per una crescita sostenibile che l'Italia deve continuare a perseguire per le generazioni presenti e future ....(continua a leggere)


ISPRA: link | 14.01.2020

NO alle false informazioni sul clima

Roberto Buizza, fisico dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e coordinatore dell'iniziativa federata sulla climatologia della Normale Superiore e di Scuola IUSS Pavia, ha promosso la lettera aperta "No alle false informazioni sul clima. Il riscaldamento globale è di origine antropica".

Il problema dei cambiamenti climatici è estremamente importante ed urgente e politiche tese alla mitigazione e all'adattamento dovrebbero essere una priorità.
Queste conclusioni sono basate su decine di migliaia di studi condotti in tutti i paesi del mondo dagli scienziati più accreditati che lavorano sul tema dei cambiamenti climatici. È sulla base di queste conclusioni che vanno prese decisioni importanti per la lotta ai cambiamenti climatici. Devono essere pertanto intraprese misure efficaci e urgenti per limitare le emissioni di gas serra e mantenere il riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici ad esso associati al di sotto del livello di pericolo indicato dall'accordo di Parigi del 2015 (mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali, e perseguire sforzi volti a limitare l'aumento di temperatura a 1,5 °C);

L'esistenza di una variabilità climatica di origine naturale non può essere addotta come argomento per negare o sminuire l'esistenza di un riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra; la variabilità naturale si sovrappone a quella di origine antropica, e la comunità scientifica possiede gli strumenti per analizzare entrambe le componenti e studiare le loro interazioni ... (continua a leggere)


GreenReport: link | 15.07.2019

Servizi ecosistemici e vulnerabilità delle foreste

I tradizionali metodi di protezione e gestione delle foreste, essenzialmente basati sulle caratteristiche e sulle funzioni statiche di habitat ed ecosistemi, potrebbero rivelarsi del tutto inefficaci qualora fossero trascurati gli effetti dei cambiamenti ambientali. Come possiamo quindi delineare strategie e piani nuovi e adeguati per la protezione e la gestione delle foreste?

Appare cruciale considerare, in particolare, la vulnerabilità dovuta agli effetti combinati di cambiamenti climatici, variazioni nell'uso dei suoli e pressione delle attività umane esercitati sulle foreste, sulla loro struttura, produttività, resilienza e capacità di fornire servizi. Questo è soprattutto vero per le foreste mediterranee dell'Europa meridionale, particolarmente minacciate da cambiamenti climatici e cattive forme di gestione.

Si prevede che le future concentrazioni di CO2 e le temperature in aumento stimoleranno la crescita delle piante e il sequestro del carbonio negli ecosistemi naturali e nelle piantagioni forestali a rotazione breve. Tuttavia, la maggior parte dei modelli climatici prevedono eventi di caldo estremo e siccità sempre più frequenti, prolungati e intensi, e nonostante il generale calo delle precipitazioni annue, sono previsti anche episodi di pioggia più intensi. Tutto ciò, riferito alle foreste, si traduce in una ridotta capacità di rigenerazione e crescita, con una riduzione della durata di vita delle foglie nelle specie sempreverdi, e un allungamento del periodo di accrescimento per le specie decidue.

È stato inoltre registrato un aumento del rischio di incendi e stress idrici, mentre la maggiore vulnerabilità degli ecosistemi potrebbe aggravare i danni causati da insetti e altri organismi patogeni. (continua a leggere)


CMCC: link | 05/02/2019

Interventi sul clima e benefici per la salute

Secondo il COP-24 Special Report: health and climate change dell?Organizzazione mondiale della sanità (Oms) presentato alla 24esima Conferenza delle parti dell'United Nations framework convention on climate change (Cop24 Unfccc) in corso a Katowice in Polonia, "Raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi potrebbe salvare circa un milione di vite all'anno in tutto il mondo entro il 2050 solo attraverso la riduzione dell'inquinamento atmosferico da solo".

All'Oms ricordano che "Le ultime stime dei principali esperti indicano inoltre che il valore degli incrementi della salute derivanti dall'azione climatica sarebbe circa il doppio del costo delle politiche di mitigazione a livello globale e in Paesi come la Cina e l'India il rapporto costi/benefici è ancora più elevato". Il rapporto speciale evidenzia perché "le considerazioni sulla salute sono fondamentali per il progresso dell'azione climatica" e fa delle raccomandazioni chiave ai decisori politici.

Secondo i dati Oms, "L'esposizione all'inquinamento atmosferico ogni anno causa 7 milioni di morti in tutto il mondo e a livello globale costa circa 5,1 trilioni di dollari in perdite di benessere". Si stima che nei 15 Paesi che emettono la maggior parte delle emissioni di gas serra, gli impatti dell'inquinamento atmosferico sulla salute costino più del 4% del loro Pil. Le azioni necessarie a raggiungere gli obiettivi di Parigi costerebbero circa l'1% del Pil globale.

Presentando il rapporto, il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che "L'accordo di Parigi è potenzialmente l'accordo per la salute più forte di questo secolo. Le prove dimostrano chiaramente che il cambiamento climatico sta già avendo un grave impatto sulla vita e sulla salute umana. Minaccia gli elementi di base di cui tutti abbiamo bisogno per una buona salute, aria pulita, acqua potabile sicura, fornitura di cibo nutriente e riparo sicuro, e minerà decenni di progressi sulla salute globale. Non possiamo permetterci di ritardare ulteriormente l'azione". (continua a leggere)


GreenReport: link | 10.12.2018

Adattarsi al cambiamento climatico

Com'è possibile rendere l'adattamento ai cambiamenti climatici non solo più efficace, ma anche politicamente e istituzionalmente realizzabile? Come possiamo migliorare, nei fatti, il supporto che la scienza può offrire alla sfera politica?

L'adattamento ai cambiamenti climatici non solo è essenziale per contrastarne gli impatti negativi, ma è anche sempre più intrecciato con lo sviluppo socioeconomico e i percorsi di sostenibilità dei diversi Paesi. Tra le evidenze che dimostrano la rilevanza politica delle strategie di adattamento, va notato come i contributi nazionali programmati (NDCs - Nationally Determined Contributions) dei Paesi in via di sviluppo presentati alla COP21 di Parigi includano espliciti obiettivi di adattamento, e come la grande maggioranza delle azioni di adattamento rientri nel campo dell?ordinaria pianificazione e gestione del settore pubblico.

Ciononostante, l'integrazione del tema dell?adattamento ai cambiamenti climatici nel processo decisionale della sfera politica incontra ancora numerosi ostacoli. L'adattamento, tema trasversale per sua natura, impone una sintesi difficile e una potenziale tensione tra diversi ambiti politici, livelli amministrativi e di responsabilità. Allo stesso modo, deve anche riconciliare le diverse posizioni degli attori sociali in merito al come le risorse destinate all'adattamento debbano essere distribuite (continua a leggere)


CMCC: link | 24.07.2018

UE ed adattamento ai cambiamenti climatici

Il rapporto "National climate change vulnerability and risk assessments in Europe 2018" nasce da un sondaggio dei Paesi membri dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (European Environment Agency, EEA), sui rischi derivanti dai cambiamenti climatici.

I risultati contribuiranno alla valutazione della strategia di adattamento dell'Unione Europea ed alle decisioni da adottare per prepararsi meglio agli impatti dei cambiamenti climatici nei settori chiave più vulnerabili, come l'agricoltura, la pesca, la protezione della biodiversità, la pianificazione territoriale e lo sviluppo delle infrastrutture.

Secondo lo studio, quasi tutti i 33 Paesi considerati hanno adottato una strategia nazionale di adattamento (NAS) e oltre la metà ha adottato un piano nazionale di adattamento (NAP). Inoltre, quasi tutti hanno condotto almeno una valutazione nazionale di impatto, vulnerabilità e rischio (o valutazione CCIV, acronimo per: climate change impact, vulnerability and risk assessment) .... (continua a leggere)


CMCC: link | 15.05.2018

Ora della Terra - 2018

L'ora della Terra, l'evento globale del WWF dedicato all'ambiente e al clima si terrà il 24 marzo e la grande mobilitazione globale che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un'ora, unisce cittadini, istituzioni e imprese in una comune volontà di dare al mondo un futuro sostenibile e la dimostrazione che insieme si può fare una grande differenza.

Una partecipazione di eccellenza è quella prevista a Roma in occasione dello spegnimento di una delle icone della capitale coinvolte: alle 20.30 Paolo Nespoli, astronauta ESA, protagonista della missione VITA dell?ASI (Agenzia Spaziale Italiana) rientrato nel dicembre scorso dall?ultima spedizione spaziale durata quasi 5 mesi, spegnerà insieme al WWF le luci che illuminano il Colosseo. Per l'anno 2018, 11 compleanno di Earth Hour, la parola d?ordine è Connect2Earth, a sottolineare il legame tra il nostro benessere e l'equilibrio dei boschi, la purezza delle acque, la bellezza e ricchezza di vita e di specie. (continua a leggere)

WWF: link | 20.03.2018

Premi contro l'inquinamento della plastica negli oceani

Ogni anno finiscono negli oceani più di 8 milioni di tonnellate di plastica, per affrontare questo problema c'è bisogno che ricercatori, industrie ei governi sviluppino soluzioni sistemiche atte a impedire alla plastica di trasformarsi in rifiuto. Per questo motivo la Ellen MacArthur Foundation ha stanziato 2 milioni di dollari per il "New Plastics Economy Innovation Prize", finanziato da Wendy Schmidt.

A Davos, la Ellen MacArthur Foundation e NineSigma hanno comunicato i vincitori del premio "Circular Materials Challenge". Affiancate dalle necessarie infrastrutture, le innovazioni proposte potrebbero impedire che si produca l'equivalente in rifiuto plastico di cento sacchi di spazzatura al secondo. Le proposte riguardano gli imballaggi leggeri e flessibili per prodotti come salse, caffè e merendine, che sono troppo difficili o troppo costosi da riciclare perché sono composti da più strati di materiali diversi. Ad ognuno dei vincitori andrà 200.000 dollari del premio totale da un milione.

Ha spiegato Ellen Mac Arthur: Queste innovazioni vincenti dimostrano che cosa è possibile fare adottando i principi di un'economia circolare. Le operazioni di bonifica continuano a svolgere un ruolo importante per affrontare le conseguenze del problema dei rifiuti plastici, ma sappiamo che occorre fare di più. Abbiamo urgente bisogno di soluzioni in grado di affrontare le cause profonde del problema e non solo i sintomi. (continua a leggere)


BIoEcoGeo: link | 07.02.2018

Attività biologica del suolo e clima

Quando il suolo si riscalda, rilascia più anidride carbonica, un effetto che alimenta ulteriormente il cambiamento climatico. Finora, si era ipotizzato che questo fosse causato soprattutto dalla presenza di piccoli animali e microrganismi del suolo che con le temperature più calde mangerebbero e respirerebbero di più.

Ma ora lo studio "Reduced feeding activity of soil detritivores under warmer and drier conditions", pubblicato su Nature Climate Change da un team di ricercatori tedeschi, statunitensi e australiani, ha dimostrato che non è così e che, al contrario: se il caldo è accompagnato dalla siccità, gli animali del suolo mangiano ancora meno. Quindi, gli scienziati sono convinti che, per migliorare le previsioni dei modelli climatici, ora è fondamentale capire meglio i processi biologici nel suolo.

Lo studio è stato condotto nell'ambito del "B4WarmED - Boreal Forest Warming at an Ecotone in Danger", un esperimento a lungo termine sui cambiamenti climatici in corso negli Usa, in Minnesota, dove gli scienziati stanno riscaldando artificialmente di 3,4 °C diversi appezzamenti di terreni delle forestali boreali. Inoltre, in alcuni luoghi riducono anche del 40% le precipitazioni installando tende in caso di pioggia. (continua a leggere)


Greenreport: link | 30.12.2017

Stategia Europea per l'adattamento al clima

Servono strategie adeguate per permettere un miglior adattamento a fenomeni estremi (dalle ondate di calore alle piogge torrenziali) con azioni mirate alla riduzione dei rischi. La presentazione del nuovo rapporto dell'Agenzia Europea per L'Ambiente (EEA) "Climate change adaptation and disaster risk reduction in Europe ? enhancing coherence of the knowledge base, policies and practices", apre ad un dibattito politico sul tema dell'adattamento ai cambiamenti climatici e sulle strategie per la riduzione del rischio di disastri.

Il rapporto sottolinea, in particolare, la necessità di una stretta associazione e collaborazione tra la riduzione del rischio di disastri e l?adattamento ai cambiamenti climatici, per migliorare le azioni di prevenzione e i tempi di risposta ai rischi e ai pericoli rappresentati da ondate di calore, incendi, tempeste e uragani, eventi ormai incredibilmente frequenti per effetto dei cambiamenti climatici. La relazione presenta nuovi modelli di governance del fenomeno, di collegamento tra il livello nazionale e quello locale e con modalità intersettoriale su scala europea. Questi modelli comprendono politiche di pianificazione del territorio e di prevenzione del rischio, nonché misure tecniche come la costruzione di argini, modelli assicurativi e finanziamenti a lungo termine, nonché soluzioni di tipo naturalistico. (continua a leggere)


CMCC: link | 31.10.2017

Il Suolo: uso e abuso 

Il suolo è una risorsa multifunzionale, non rinnovabile, e il modo in cui viene utilizzata è uno dei principali fattori di degrado ambientale e di declino della qualità della vita. La sottrazione di suolo da parte delle aree urbane e delle infrastrutture è, quasi sempre, irreversibile e provoca l'impermeabilizzazione del suolo. Il consumo di suolo (land take nel linguaggio internazionale) rappresenta la sottrazione di superfici naturali (foreste, aree umide, ecc.) e semi-naturali (suoli agricoli, ecc.) da parte di forme artificiali di uso del suolo stesso.

Le continue trasformazioni, benché avviate millenni addietro, si sono intensificate negli ultimi due secoli, lasciando l'ambiente, lasciando impronte a volte irreversibili, e provocando l'impermeabilizzazione del suolo. Il land take contribuisce all'inquinamento di origine diffusa delle acque, limitando la capacità dei suoli di filtrarle e regimare i deflussi. Il consumo di suolo da parte delle città consuma soprattutto la terra agricola, ma riduce anche lo spazio per gli habitat e gli ecosistemi che forniscono servizi ecosistemici importanti ...(continua a leggere)


Scienza in rete: link | 11.09.2017

Overshoot day 2017

Mercoledì 2 agosto è l'Overshoot Day 2017 secondo i dati del Global Footprint Network, ciò significa che abbiamo impiegato solo 7 mesi e 2 giorni per esaurire tutto il budget di risorse rinnovabili nel corso dell?anno che il pianeta ci mette a disposizione. Ogni anno, il Global Footprint Network calcola l'impronta ecologica dell'umanità (ovvero le nostre necessità di utilizzare risorse dalle aree agricole, dai pascoli, dalle foreste, dalle aree di pesca e lo spazio utilizzato per le infrastrutture e per assorbire il biossido di carbonio, la CO2), e la confronta con la biocapacità globale, ossia la capacità dei sistemi naturali prima indicati di produrre risorse e assorbire biossido di carbonio.

Per Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia: "In questa situazione è urgentissimo dare immediata concretizzazione agli accordi presi in sede internazionale per migliorare lo stato del Sistema Terra e provare a sanare l'enorme debito ecologico che abbiamo con il nostro Pianeta e i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. È urgente attivare l'Agenda 2030 con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, considerandoli in maniera interconnessa e impostare una nuova economia capace di seguire i processi circolari della natura, che la nostra visione economica dominante ha purtroppo trasformato in processi lineari con il risultato di produrre scarti, rifiuti e inquinamento". (continua a leggere)


WWF: link | 04.08.2017

Siccità e desertificazione

L?emergenza siccità è un problema sempre più sentito e frequente negli ultimi anni, soprattutto nei Paesi dell?area mediterranea. Aumentano le ondate di calore e diminuiscono le piogge, e anche gli ultimi studi realizzati dalla Fondazione CMCC parlano di un aumento nella frequenza degli episodi di giorni consecutivi senza pioggia.

L?assenza prolungata di precipitazioni ha conseguenze importanti, e porta a un altro tipo di siccità, la cosiddetta siccità idrologica, in cui le risorse idriche iniziano a scarseggiare sia nelle acque superficiali (laghi e fiumi) che nelle acque sotterranee (nelle falde acquifere), portando alla necessità di una redistribuzione della risorsa acqua fra i vari settori (agricoltura, industria, usi civili etc) che da essa dipendo. Cambiamento climatico in atto sta favorendo queste dinamiche, e le proiezioni per il futuro degli ultimi studi indicano come il clima più arido del sud del Mediterraneo stia migrando verso nord. (continua a leggere)


CMCC: link | 03.7.2017

WorldClimaps

WorldClimaps, un nuovo strumento creato per far conoscere le conseguenze del cambiamento climatico, e le azioni di risposta avviate in tutto il mondo. Prevede la possibilità per tutti di partecipare, fornendo informazioni.

Per far conoscere ed individuare le reali cause sue reali cause del cambiamento climatico in atto e le sue conseguenze dirette ed indirette è stata sviluppata la piattaforma WorldClimaps che cerca di coinvolgere la cittadinanza attiva. I motivi della mancanza di una solida comprensione del problema sono tanti, e hanno radici economiche, politiche, umane. Spesso la presenza di dati troppo astratti e di troppe fonti di informazione rende difficile avere una visione d?insieme del cambiamento e quasi impossibile avere reale consapevolezza di quali sono i suoi effetti sulla vita di tutti i giorni.

La conoscenza diffusa sulla tematica è frammentata, incompleta e spesso inaccurata. La disinformazione e le fake news creano solo maggiore confusione e scetticismo. Proprio questa mancanza di comprensione porta a percepire il cambiamento climatico come un problema troppo grande e troppo astratto, ingestibile ed inaffrontabile dal singolo individuo (continua a leggere).


climalteranti.it: link | 08.6.2017

Turismo sostenibile e biodiversità

La giornata mondiale della biodiversità 2017, indetta dall'ONU é stata dedicata al turismo sostenibile, e al ruolo che  può svolgere per difendere specie e habitat. Isabella Pratesi di WWF Italia sottolinea che "Istituita nel 1993  la Giornata è un momento chiave per sottolineare l?importanza della ricchezza di vita sulla terra, un patrimonio che non dobbiamo dilapidare ma proteggere in ogni modo Difendere la  biodiversità e le specie animali carismatiche come elefanti, rinoceronti, gorilla, tigri e leoni si traduce anche in  un vero e proprio investimento economico oltre che in un'assicurazione sulla nostra vita futura e sul nostro benessere".

Il ruolo delle complesse reti ecologiche è fornire una incredibile serie di servizi gratuiti (servizi ecosistemici) che sono servizi essenziali per il sostegno alla vita e al benessere delle comunità. In quest'ambito il turismo, che rappresenta una componente importante dei servizi ecosistemici ricreativi e culturali, è infatti riconosciuto come un'opportunità fondamentale per lo sviluppo dei paesi ricchi di biodiversità, ma in gravi situazioni economiche, e pertanto un settore cruciale per contribuire all'eradicazione della povertà.

Il WWF ritiene che per cercare di ottenere una stima economica più completa sul valore della natura, bisogna tenere in considerazione il VET (Valore economico totale), costituito da vari parametri; valore d?uso, che specifica l'utilizzo effettivo dell'ambiente, delle sue risorse, dei suoi servizi (es. benefici per l'agricoltura), valore di opzione per le alternative nell'uso dell'ambiente, ed Il valore intrinseco, parametro che può anche non essere percepito come rilevante per l'economia umana, ma che comunque è molto significativo da un punto si vista ecologico, e riguarda tematiche come il valore degli ecosistemi, degli ambienti e della biodiversità. (continua a leggere)


Greenreport: link | 23.05.2017

Il Benessere oltre il PIL

E' necessario cercare di superare i limiti del PIL (Prodotto Interno Lordo), e secondo WWF ci stiamo muovendo, ma a passi lenti attraverso gli indicatori del BES (Benessere Equo e Sostenibile): "Se non si tiene conto del valore della natura e dei servizi che essa fornisce gratuitamente e quotidianamente alla salute umana (argine ai fenomeni di erosione del suolo, mantenimento dei cicli idrici, contenimento di inquinanti, fotosintesi, capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, resilienza, etc.) non abbiamo la possibilità di garantire il nostro stesso futuro e benessere", ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia.

In Italia finalmente si sta cominciando concretamente ad andare oltre il PIL, oltre alle stime puramente quantitative della ricchezza nazionale riconoscendo a pieno titolo la sostenibilità ambientale prevista sin da 2009 dalla riforma della finanza pubblica, e dopo la riflessione (avviata nel 2010) sulla necessità di integrare gli indicatori di benessere avviata dall'ISTAT.


WWF: link | 02.05.2017

Resilienza in città per difendere il clima

Pubblicato il rapporto "Nature-based solutions to promote climate resilience in urban areas - developing an impact evaluation framework" (Soluzioni nature-based per promuovere la resilienza ai cambiamenti climatici nelle aree urbane - sviluppare un quadro di riferimento per una valutazione d'impatto), iniziativa all'interno del progetto europeo EKLIPSE. Le Soluzioni Nature-Based (NBS) sono fondamentalmente ispirate dalla natura e tramite la natura stessa cercano si essere eco-sostenibili e economicamente vantaggiose, con l'obiettivo di aumentare la resilienza dei sistemi ambientali.

Il rapporto risponde alla richiesta della Commissione europea di contribuire, anche con il progetto Eklipse, alla creazione di una base di conoscenze sui benefici e sulle soluzioni nature-based, ed il rapporto è il risultato di tale richiesta. Fra i principali obiettivi c'è lo sviluppo di un quadro di riferimento per la valutazione dei molteplici benefici, disservizi, trade-off e sinergie delle soluzioni basate sulla natura, da applicare ai progetti finanziati da H2020 e incentrati su soluzioni nature-based, per aumentare la resilienza delle città ai cambiamenti climatici. (continua a leggere)


CMCC: link | 02.05.2017

Sito tematico sull'erosione costiera

"Per erosione costiera si intende il risultato di un processo, o di una serie di processi naturali o indotti, che modificano la morfologia dei litorali determinando una perdita di superficie del territorio emerso e sommerso, e quindi anche di volume di sedimento, in un dato intervallo di tempo rispetto al livello medio del mare.

Le necessità di gestione degli effetti e di azioni di contrasto all'erosione costiera, scaturiscono dall'interferenza o dalla minaccia d'interferenza del fenomeno erosivo con gli "interessi" antropici localizzati, determinando criticità. (da - www.erosionecostiera.isprambiente.it)"

Su iniziativa del MATTM dal 2015 attraverso un Tavolo Nazionale sono stati elaborati alcuni indirizzi generali e criteri per la pianificazione della difesa della costa e per la programmazione degli interventi da realizzare su di essa. Tale proposta si è concretizzata nella redazione del documento "Linee Guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici", che intende essere diffuso attraverso il sito web tematico (link) realizzato da ISPRA e che mira a rappresentare il punto di partenza per successivi approfondimenti.

ISPRA: link | 10.04.2017

Fotografare il cambiamento climatico

Con l?intento di promuovere la conoscenza degli impatti dei cambiamenti climatici sul territorio italiano e la consapevolezza della necessità di un'azione urgente per affrontarli, l'International Center for Climate Governance (ICCG) indice il concorso "Gli impatti dei cambiamenti climatici in Italia. Fotografie del presente per capire il futuro".

Il concorso ha lo scopo di documentare gli impatti dei cambiamenti climatici in Italia attraverso immagini reali, scattate da chi vive e osserva nel quotidiano le trasformazioni indotte dal clima che cambia al nostro ambiente e alla nostra società. Le immagini saranno incluse in un dossier fotografico che si proporrà come uno strumento indirizzato al mondo della politica per aumentare la consapevolezza sui cambiamenti climatici, osservabili, tangibili e quantificabili. Il concorso, a partecipazione gratuita, è aperto fino al 22 aprile 2017 per partecipare è necessario registrarsi tramite questo link. (continua a leggere)


CMCC: link | 22.03.2017

L'Europa ed i rischi legati al clima

I cambiamenti climatici, anche nelle regioni europee producono effetti sul livello di innalzamento dei mari ed una maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi (dalle inondazioni alle ondate di calore). Ciò è stato nuovamente confermato dal rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente - EEA, intitolato "Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2016" dove sono valutate le ultime proiezioni in merito al cambio del clima e le relative conseguenze in tutta Europa.

In base a quanto riportato risulta fondamentale adottare le migliori strategie di adattamento per ridurre tali conseguenze. "I cambiamenti climatici continueranno per molti decenni a venire. La portata dei futuri cambiamenti climatici e il loro relativo impatto dipenderà dall?efficacia dell?attuazione degli accordi globali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Altrettanto importante sarà la predisposizione delle giuste strategie e politiche di adattamento per ridurre i rischi derivanti dagli eventi climatici estremi attuali e previsti", ha dichiarato Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell'EEA.

E' evidente che tutte le regioni della UE sono vulnerabili ai cambiamenti climatici, ma in particolare (secondo le stime), sarà l'Europa meridionale e sud-orientale ad essere più sensibile, una specie di hotspot del cambiamento climatico in atto, nel quale si dovrà affrontare il maggior numero di ripercussioni negative.


CMCC: link | 23.02.2017

20 milioni di euro per l'Educazione Ambientale

L'educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile è al centro di una strategia per rispondere agli impegni di Parigi e agli obiettivi europei dell'agenda 2030.

Durante gli Stati Generali dell'educazione ambientale, tenuti al MAXXI di Roma, è stato annunciato un investimento di 20 milioni di euro per l'educazione ambientale e la convocazione annuale di un tavolo nazionale per ridefinire e valutare la strategia per l'educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile.

Lavorare a tutto campo per attivare processi educativi, profondi e diffusi sui territori, che riguardano sia le nuove generazioni (attraverso la scuola), sia tutti i cittadini, è una scelta che Legambiente ha sempre sollecitato e praticato con il suo impegno sul territorio. Gli obiettivi individuati per i gruppi di lavoro consentiranno alle comunità di affrontare le sfide climatiche, occupazionali e sociali, orientandole verso la sostenibilità.


Legambiente: link | 28.11.2016

COP 22 a Marrakech

La conferenza di Marrakech in Marocco (COP22), è stata l'occasione per ribadire gli accordi presi alla COP21 di Parigi, anche se molto cose sono cambiate in termini politici. Intanto i recenti dati del WMO affermano che anche il 2016 è destinato a segnare nuovi record negativi per il riscaldamento climatico.

I rappresentati dei 196 paesi presenti alla COP22 hanno sostanzialmente confermato gli accordi di Parigi definendolo un "percorso irreversibile". L?attenzione in particolare si è centrata sui due pilastri dell?accordo: Il primo è la riduzione delle emissioni per contenere l?entità del riscaldamento climatico, mentre il secondo è l'istituzione di un fondo da almeno 100 miliardi di dollari destinato ad affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico. Un programma operativo inerente gli accordi presi a Parigi dovrebbe essere annunciato entro il 2018.

Ecologiae: link | 28.11.2016

Clima: acqua, suolo e fertilità per l'agricoltura

Recenti studi stimano che circa il 40% delle terre del nostro Pianeta rischia la desertificazione. Ogni anno, come è stato confermato nel 2015, in occasione dell'Anno internazionale dei Suoli perdiamo circa 24 miliardi di tonnellate di suolo fertile. Si stima che entro il 2030 la scarsità d?acqua obbligherà 700 milioni di persone a migrare. Per l?UNEP il 40% dei conflitti umani è generato dalla competizione e dall'utilizzo di risorse naturali, come appunto l?acqua.

Sembra ovvio che anche la distruzione degli ecosistemi, eserciti un impatto negativo sulle condizioni di benessere, di sicurezza e di salute delle comunità locali, contribuendo sostanzialmente a favorire il fenomeno delle migrazioni. L?irrigazione per l?agricoltura utilizza a livello mondiale il 70% dell?uso umano dell?acqua sottratta ai fiumi, laghi e falde acquifere e si ritiene che la domanda di cibo continuerà a crescere fino a raggiungere un incremento di richiesta di acqua del 55% entro il 2050. Pur essendo la Terra un pianeta ricco di acque, solo l?1% delle acque è acqua dolce e quindi utilizzabile dall'uomo (continua a leggere)


Greenews.info: link | 23.06.2016

Patrimonio Mondiale a rischio

Un nuovo report del WWF denuncia come circa la metà dei siti naturali appartenenti al Patrimonio Mondiale (World Heritage) siano minacciati da attività industriali di varia natura tra cui esplorazioni di petrolio e gas, attività minerarie e taglio illegale di legname. Il danno è ancora maggiore se si considera che queste aree forniscono servizi ecosistemici e sostentamento a molte popolazioni.

(vedi anche PROTECTING PEOPLE THROUGH NATURE)

Il  report, prodotto per il WWF dal Dalberg Global Development Advisors, mostra come l?insieme dei siti inseriti nella lista IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) contribuiscano allo sviluppo economico e sociale grazie alla tutela ambientale e segnala anche una mancata protezione di queste aree di grande valore. Dallo studio si scopre che sebbene tali aree coprano appena lo 0,5% della superficie del pianeta, sono in grado di sostenere ben 11 milioni di persone nel mondo (continua a leggere)


WWF: link | 15.04.2016

Nuovo accordo sul clima

Si è conclusa la COP 21 di Parigi, che lascia in eredità un nuovo accordo sul clima, con una vasta intesa, composta da 187 governi compresi anche i grandi emettitori di gas serra. Il patto stipula attività di verifica periodica per gli impegni presi per la riduzione delle emissioni di GHG. Il target dall?accordo prevede di stare sotto i due gradi di aumento della temperatura media globale puntando a 1,5 gradi, per questo saranno stanziati aiuti economici (dal 2020) per 100 miliardi di dollari annui, che potranno salire progressivamente negli anni successivi.

La spinta fornita dagli accordi di Parigi, dovrebbe mettere in moto processi di valorizzazione delle fonti rinnovabili, l'incremento del risparmio energetico, della mobilità sostenibile e, in generale, un maggiore impegno nell'eco-innovazione verso una low carbon economy. l'Europa, dovrà rivedere le politiche di mitigazione climatica, potenziando le azioni di resilienza con un maggiore coinvolgimento del settore agroforestale, importante per gli assorbimenti della CO2 ad opera di suolo e piante (carbon sink), ma anche per la realizzazione di bioprodotti e prodotti biodegradabili.


Coldiretti: link | 14.01.2016

Economia Ecologica: Uno studio del governo Francese

E' sempre più evidente che la transizione verso l?economia ecologica è un processo complesso, che parte da una necessaria ridefinizione del concetto di sviluppo (non strettamente legato alla crescita), di questo ne hanno parlato e ne parlano ancora oggi ricercatori ed ecologisti, ma è un caso raro che sia uno Stato a tracciare in dettaglio la rotta.

Il ministero dell?Ambiente francese ha recentemente pubblicato un rapporto: "Transition(s) vers une économie écologique", documento frutto di quattro anni di lavoro e rilanciato in Italia da Arpat Toscana. La prima parte del volume, cerca di individuare quali potrebbero essere i contorni di una ?green economy?. Per fare questo, sono stati sviluppati sei scenari ipotetici con ben 17 ambiti di studio (ambiente, lavoro, urbanizzazione, tecnologie, etc.) prendendo in esame diversi attori (cittadini, enti territoriali, imprese, Stato) e i possibili sviluppi dell?attuale sistema socio-economico.

La seconda parte si focalizza in modo più preciso su determinate azioni che possono svolgere una funzione di ?leva? per la transizione verso un?economia ecologica. Si tratta di focus di carattere trasversale (ad esempio l?impatto dello sviluppo telecomunicazioni) o settoriali (trasporto e mobilità ecologica).


Greenreport: link | 01.10.2015

Studio degli eventi climatici estremi in italia

Uno studio realizzato dal CMCC, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici analizza gli eventi attuali e traccia ipotesi future, con particolare riguardo alla frequenza dei cosiddetti eventi estremi. In termine di evoluzione del clima nel bacino mediterraneo, infatti, sono proprio queste manifestazioni di particolare intensità a destare maggiori preoccupazioni. Come è noto, si tratta di periodi con temperature superiori alla media e/o di giorni con piogge eccezionalmente abbondanti, che possono avere impatti significativi sulla vita di tutti giorni, sull?ambiente e sui nostri sistemi socio-economici.

I risultati dello studio del CMCC pubblicati sulla rivista International Journal of Climatology, mostrano le evoluzioni future di questi eventi, sia in termini di frequenza che di intensità, oltre ad individuare quali aree della Penisola saranno maggiormente colpite, stabilendo, inoltre, il legame esistente tra queste manifestazioni del cambiamento climatico in atto e la maggiore presenza di gas serra in atmosfera, dovuta alle attività umane (continua a leggere)


Coldiretti: link | 04.08.2015

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In Costituzione la tutela della biodiversità e degli ecosistemi 

La proposta di Legge Costituzionale approvata l'8 febbraio 2022 dal Parlamento inserisce la tutela dell?ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi fra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana. Così commenta la notizia il presidente Ispra e Snpa Stefano Laporta: "L'inserimento in Costituzione della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi rappresenta il coronamento di un percorso che nasce dalla sensibilità dei cittadini e conferisce forza a questi temi qualificandoli come beni fondamentali. Un segnale forte, una sfida per tutti noi ed una responsabilità maggiore che consentirà di portare avanti azioni di tutela più convinte ed efficaci per la salute e la qualità della vita, stabilendo definitivamente che l'ambiente è un diritto di tutti, come spesso ha dichiarato il Capo dello Stato. Non è più tempo per esitazioni, la tutela dell'ambiente diventa una norma sancita dalla Costituzione ed il principio cardine attorno cui far ruotare la ripartenza del Paese".

L?articolo 9 fa parte degli articoli "fondamentali" della Costituzione. In esso era già contenuta la tutela del patrimonio paesaggistico e del patrimonio storico e artistico della Nazione, con la riforma si attribuisce alla Repubblica anche la tutela dell?ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e viene specificato esplicitamente un principio di tutela per gli animali.

L?articolo 41, invece, sancisce che la salute e l'ambiente siano paradigmi da tutelare da parte dell?economia, al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana.... (continua a leggere)


SNPA: link | 7/04/2022

Un milione di specie a rischio estinzione

Il 22 maggio è stata celebra la Giornata della biodiversità. Per invertire "un declino senza precedenti" bisogna agire subito. Il peso dei prodotti artificiali supera quello della biomassa."Siamo parte della soluzione". È questo lo slogan scelto dalla Convenzione sulla diversità biologica per celebrare la giornata internazionale della biodiversità che si tiene in tutto il mondo il 22 maggio. Una frase in continuità con quella dello scorso anno, "Le soluzioni si trovano nella natura", per ribadire che l?adozione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile passa (anche) da una corretta gestione del capitale naturale.

Secondo infatti l'Ipbes (Intergovernmental science-policy platform on biodiversity and ecosystem services), l'ente scientifico a supporto delle Conferenze Onu sul tema, gli attuali trend di perdita di biodiversità mettono a rischio l'80% dei Target contenuti in almeno otto Obiettivi di sviluppo sostenibile. La perdita di biodiversità non è dunque solo una questione ambientale, ma è in grado di minare lo sviluppo economico e sociale di un Paese.

Prima ancora dei lavori dell?Ipbes, era stato il "Millennium ecosystem assessment" (Mea) a informare delle conseguenze sul benessere umano scaturite dalla perdita di biodiversità. Nel rapporto del 2005 si dimostrava come "nel 58,1% della superficie terrestre (dove vive il 71,4% della popolazione) la perdita di biodiversità fosse tale da compromettere la capacità degli ecosistemi di sostenere le società umane", una percentuale destinata poi a salire, come dimostrato dalle stime degli ultimi anni. (continua a leggere)


Asvis: link | 30.06.2021

Transizioni necessarie per salvarci dal fallimento globale

Secondo il Rapporto commissionato dal governo inglese al noto economista Partha Dasgupta, bisogna agire subito con investimenti nella conservazione della natura, modifiche alle misure di successo economico e trasformazione delle istituzioni. "Siamo tutti asset manager". Individui, aziende, governi e organizzazioni internazionali, gestiamo il nostro portafoglio attraverso le decisioni di spesa e investimento. Abbiamo, però, fallito nel gestire in maniera sostenibile il nostro portafoglio di beni naturali globali.

È quanto emerge dal rapporto "The economics of biodiversity: the Dasgupta review", pubblicato a inizio febbraio dal noto economista Partha Dasgupta su commissione del Governo inglese, secondo il quale tra il 1992 e il 2014 il capitale prodotto pro capite è raddoppiato e il capitale umano pro capite è aumentato di circa il 13% a livello globale; al contrario, lo stock di capitale naturale pro capite è diminuito di quasi il 40%. Ancora oggi, porre l'attenzione sulla crescita dei primi due tipi di capitale è ciò che si intende per crescita economica e sviluppo di un Paese. Ma il valore reale dei vari beni e servizi che la natura fornisce per la prosperità del genere umano non si riflette nei prezzi di mercato perché gran parte di questo stock è disponibile senza alcun onere monetario.

Invertire la completa degradazione del capitale naturale, evitando che gli ecosistemi raggiungano i cosiddetti tipping points (limite che può generare cambiamenti molto significativi nello stato "vitale" del sistema), richiede un'azione immediata. Agire ora sarebbe molto meno costoso di continuare a portare avanti comportamenti che ritardano questa trasformazione. Riusciremmo, inoltre, a raggiungere obiettivi sociali più ampi, tra cui affrontare il cambiamento climatico (uno dei principali motori della perdita di biodiversità) e diminuire i fattori di povertà. (continua a leggere)


ASVIS: link | 03.03.2021

In Europa la biodiversità è in continuo declino

Secondo il rapporto "State of nature in the EU - Results from reporting under the nature directives 2013-2018", pubblicato dall?European Environment Agency (EEA), "L'agricoltura e la silvicoltura insostenibili, l'espansione urbana incontrollata e l?inquinamento sono in principali colpevoli di un drastico calo della biodiversità in Europa, che minaccia la sopravvivenza di migliaia di specie animali e habitat".

Le direttive UE Habitat e Uccelli richiedono sforzi di conservazione per oltre 2.000 specie e habitat in tutta l'Unione europea. Il rapporto EEA, che si basa sui dati comunicati dagli Stati membri dell'UE, è il più ampio e completo lavoro di raccolta e comunicazione di dati effettuato in Europa sullo stato della natura. Oltre 220.000 persone (il 60% delle quali volontari) hanno contribuito a questo processo in tutta l'UE. I dati analizzati puntano a identificare i successi e le carenze nella conservazione della natura, le pressioni e le minacce chiave e lo stato delle attuali misure di conservazione.

Circa la metà (47%) delle 463 specie di uccelli nell'UE gode di uno stato di conservazione buono, il 5% in meno rispetto all'ultimo periodo di riferimento 2008-2012. La percentuale di uccelli con cattive o pessime condizioni di conservazione è aumentata del 7% negli ultimi 6 anni, raggiungendo il 39%. A livello nazionale, circa il 50% delle tendenze demografiche in miglioramento riguarda principalmente gli uccelli marini e delle zone umide per i quali sono stati designati siti Natura 2000, come la casarca comune  o l'uria nera. Gli uccelli che si riproducono in Europa, come la gru e il nibbio reale, hanno la percentuale più alta di rapporti che mostrano un miglioramento dei trend della popolazione, questo è dovuto alla loro protezione e al ripristino dei loro habitat e al miglioramento della conoscenza, del monitoraggio e della consapevolezza.

Solo il 15% degli habitat UE valutati presenta un buono stato di conservazione, con l'81% che è in uno stato di conservazione scadente o cattivo. Praterie, dune e habitat di torbiere, paludi e paludi mostrano forti tendenze al deterioramento, mentre le foreste hanno trend in maggiore miglioramento. Rispetto al periodo di riferimento precedente, la quota di habitat con cattivo stato di conservazione è aumentata del 6%.

Le regioni marine hanno molte valutazioni con stato di conservazione sconosciuto, che riflette la mancanza generale di dati sulle specie. (continua a leggere)


Green report: link | 20.10.2020

Il valore dei servizi ecositemici

Cambiamenti climatici e perdita di biodiversità NON possono più essere considerati questioni separate, devono essere affrontate insieme e ora - spiega nel suo intervento alla Camera il, chimico dell?atmosfera Sir Robert Watson, ex presidente dell'Ipcc e dell'Ipbes - Compromettono lo sviluppo economico, minacciano la sicurezza alimentare e delle risorse idriche e la salute umana, colpiscono principalmente i poveri e possono portare a conflitti. È essenziale che i governi, insieme al settore privato, affrontino immediatamente questa emergenza.

I dati portati all'Aurelio Peccei lecture 2019, organizzata alla Camera dei deputati dal WWF Italia insieme alla Fondazione Aurelio Peccei e al Club di Roma, non lasciano margini di dubbio sulla nostra responsabilità per il declino dei servizi ecosistemici: l'intervento umano ha ormai trasformato significativamente il 75% della superficie delle terre emerse, provocato impatti cumulativi per il 66% delle aree oceaniche e distrutto l'85% delle zone umide, mentre oltre il 30% delle barriere coralline è a rischio.

Come documenta l'Ipbes (l?Intergovernamental science policy platform on biodiversity and ecosystem services) almeno un milione di specie viventi sono in via di estinzione nei prossimi decenni, su di una stima delle specie esistenti ritenuta intorno agli 8 milioni, e il tasso totale di estinzione delle specie è oggi a un livello che supera dalle decine alle centinaia di volte la media del livello di estinzione verificatasi negli ultimi 10 milioni di anni. Tradotto in costi, tra il 1997 e il 2011 il mondo ha già perso circa 4-20.000 miliardi di dollari all'anno a causa del consumo eccessivo e scorretto del suolo e 6-11.000 miliardi di dollari l'anno per il degrado ... (continua a leggere)


greenreport: link | 19.11.2019

Biodiversità, clima e ambiente montano

La vita sulla Terra è incredibilmente diversificata e mostra sorprendenti modelli geografici globali nella biodiversità. Due Studi; "Humboldt?s enigma: What causes global patterns of mountain biodiversity?" e "Building mountain biodiversity: Geological and evolutionary processes". Pubblicati sul numero speciale di Science dedicato alla "Mountain Life" da due team di ricerca internazionali guidati dal danese Carsten Rahbek, rivelano che le regioni montane, in particolare quelle tropicali, sono luoghi di una straordinaria e sconcertante biodiversità.

I ricercatori sottolineano che "Sebbene le regioni montane coprano solo il 25% della superficie terrestre, ospitano oltre l'85% delle specie di anfibi, uccelli e mammiferi del mondo e molte di queste si trovano solo nelle montagne". Cosa sia a determinare i modelli globali di biodiversità è stato un enigma per gli scienziati sin dai tempi di Von Humboldt, Darwin e Wallace. Eppure, nonostante due secoli di ricerche, questa domanda è rimasta senza risposta. I due studi documentano il modello globale della biodiversità montana, concentrandosi sul fatto che "L'alto livello di biodiversità riscontrato sulle montagne va molto oltre quanto ci si aspetterebbe dalle ipotesi prevalenti".

I nuovi studi pubblicati su Science rivelano che "Parte della risposta sta nella comprensione che il clima delle aspre regioni montuose tropicali è fondamentalmente diverso, per complessità e diversità, rispetto alle adiacenti regioni di pianura. I climi di montagna, eterogenei in maniera unica, svolgono probabilmente un ruolo chiave nel generare e mantenere un'alta diversità"... (continua a leggere)


Greenreport: link | 18.10.2019

L'ora della Terra

Torna Earth Hour, la più grande mobilitazione planetaria in tema di cambiamenti climatici. Quest?anno lo slogan è #Connect2Earth a significare lo stretto legame tra uomo e natura, tra cambiamenti climatici e perdita di biodiversità, il capitale naturale sul quale poggia la nostra stessa vita. Gli obiettivi concreti sono fermare la perdita di biodiversità e dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 a livello globale.

L'evento WWF, giunto alla sua dodicesima edizione, lo scorso anno ha fatto registrare numeri da record: 188 paesi coinvolti, 18.000 monumenti storici o simboli spenti, oltre 3 miliardi di messaggi veicolati sui social, più di 250 Ambasciatori e influencer votati alla causa. In Italia sono stati più di 400 i comuni che hanno partecipato, spegnendo le proprie luci grazie alla collaborazione di centinaia di volontari sul territorio e la preziosa collaborazione di ANCI. Quest'anno l?appuntamento centrale per l'Italia si svolgerà a Matera, città Capitale Europea della Cultura 2019 e già sito UNESCO dal 1993, dove l?evento è realizzato in collaborazione con il Comune. (continua a leggere)


WWF: link | 26.03.2019

COP14 e Convenzione delle Nazioni Unite sulla CBD

La quattordicesima Conferenza delle Parti (COP14) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica (CBD) si è conclusa con un accordo per avviare il processo preparatorio per un piano globale post 2020 (quando dovrà essere aggiornato e ritarato il decennale Piano Strategico per la conservazione della Biodiversità planetaria, approvato dalla comunità internazionale nel 2010), avvicinandosi quindi al "New Deal per le Natura e le Persone nel 2020" come richiesto dal WWF. Si tratta di un passo fondamentale per incrementare le azioni rivolte a fermare la pericolosa perdita di biodiversità senza precedenti che stiamo vivendo oggi e che coinvolge con forza il futuro dell?intera umanità, perché la biodiversità costituisce la "struttura" di base che consente la vita quotidiana di tutti noi.

L?accordo sottoscritto prepara il terreno ai governi affinché dimostrino la loro leadership e rafforzino il loro impegno nella conservazione dei sistemi naturali, che sostengono la diversità della vita sulla Terra e offrono beni e servizi essenziali per il benessere delle persone e del Pianeta, e per la nostra stessa qualità della vita. Senza i servizi che quotidianamente gli ecosistemi offrono all'umanità (dal ciclo dell?acqua alla rigenerazione del suolo, dalla stabilità climatica ai cicli di elementi fondamentali come il carbonio, l'azoto e il fosforo, dalla possibilità di utilizzare la ricchezza stessa della vita per farmaci, fibre, legno ecc. alla varietà delle fonti alimentari disponibili, ecc.) non potremo avere lo sviluppo e il benessere nelle nostre società.

Il New Deal dovrà fermare la perdita di biodiversità e dovrà essere equo e rispettoso dei diritti di tutte le popolazioni, specialmente quelle delle economie in fase di sviluppo e delle comunità locali che difendono la rete della vita. (continua a leggere)


WWF: link | 10.12.2018

Fotografare le specie aliene e invasive

Fotografare le specie aliene per tutelare la biodiversità, un contest fotografico "Click, alieni tra noi"  del progetto Life ASAP per scoprire e riconoscere le specie aliene.

Il contest è un concorso di merito aperto a tutti e gratuito. Si può partecipare con un numero massimo di tre fotografie inedite. Protagoniste degli scatti dovranno essere le specie aliene presenti sul nostro territorio. La proclamazione dei vincitori avverrà il 31 dicembre 2018, dopo la selezione svolta da una giuria composta da fotografi e giornalisti professionisti e da un rappresentante di ogni partner del progetto Life ASAP.

Life ASAP mira ad aumentare la consapevolezza e la partecipazione attiva dei cittadini sul problema delle specie aliene invasive (IAS) e a promuoverne la corretta ed efficace gestione da parte degli enti pubblici preposti grazie alla piena attuazione del regolamento europeo in materia di specie aliene invasive (continua a leggere)


ISPRA: link | 24.07.2018

In Europa non scende il tasso di perdita di biodiversità

A un anno di distanza dal "Piano d'azione per la natura" adottato dalla Commissione Europea e volto a una migliore attuazione delle direttive comunitarie per la tutela della natura (direttive Uccelli e Habitat), preceduto dal successo della campagna Allarmenatura in difesa delle direttive, le associazioni BirdLife Europa (per l?Italia, Lipu-BirdLife Italia), WWF Italia, Eeb e Friends of the Earth Europe pubblicano un report che evidenzia un?insufficiente tutela delle più preziose aree naturali d'Europa da parte degli stessi Stati membri.

Il report, che ha riguardato 18 Stati sui 27 membri dell'Unione europea, afferma che questi stati, pur avendo trasposto le direttive Uccelli e Habitat nel proprio sistema legislativo nazionale, non hanno attuato in modo sufficiente le direttive stesse. Ciò significa che specie e habitat protetti a livello europeo non stanno beneficiando di quelle tutele di cui hanno necessità e che verrebbero loro assicurate attraverso il pieno rispetto delle direttive. In Italia, solo un criterio ha ottenuto il semaforo verde (ossia, risultato soddisfacente) quello relativo alla trasposizione delle direttive Uccelli e Habitat. 

Il report evidenzia come la perdita di biodiversità stia continuando in tutto il territorio europeo, e come dimostrano anche altri studi, assistiamo a declini drammatici per gli insetti e gli uccelli negli ambienti agricoli ... (continua a leggere)


WWF: link | 15.05.2018

La richezza economica della Natura

Il recente rapporto della Commissione The Lancet sull'inquinamento e la salute, si è espresso in maniera molto chiara affermando che oggi, l'inquinamento costituisce la maggiore causa ambientale di malattie e decessi prematuri. I media si sono giustamente soffermati sul dato stimato dalla Commissione, di un totale di 9 milioni di morti premature causate dall'inquinamento nel 2015 (il 16% dei decessi a livello mondiale).
 
Lo stato di salute della nostra aria, della nostra atmosfera, del nostro clima, nonché quello del suolo, delle acque, della ricchezza della vita che ci circonda, la biodiversità, sono tutte componenti fondamentali del nostro capitale naturale. Il termine capitale naturale, mediato dall?economia (come i termini capitale umano, sociale, finanziario, infrastrutturale, ecc.) significa tutto ciò che dai sistemi naturali presenti sul nostro pianeta utilizziamo, prendiamo, trasformiamo, processiamo, nei complessi metabolismi delle nostre società.  Lo stato di salute del capitale naturale costituisce anche la base fondamentale della salute dell'umanità. Il nostro intervento sui metabolismi naturali ha di fatto trasformato i processi naturali, che sono circolari (ed esistono da quando la vita si è evoluta sulla Terra, intorno a 3.8 miliardi di anni fa) e dai quali non si produce mai un vero e proprio "rifiuto" ma sempre qualche elemento o composto riutilizzato in altri modi, in processi lineari, al termine dei quali vi è sempre un prodotto di scarto, un rifiuto, un inquinamento, sia esso solido, liquido o gassoso. (continua a leggere)


La Stampa: link | 30.12.2017

L'uso del suolo influisce su temperature e precipitazioni.

Alberi e foreste possono influire con diverse modalità sulla temperatura nelle varie aree del pianeta, soprattutto in base al suolo, cioè dell'uso che ne viene fatto, in ragione del proprio colore, e anche dell?acqua disponibile, pertanto l'uso del suolo incide sulle temperature e sulle precipitazioni a livello regionale.

Un team internazionale di scienziati (in questo articolo) precisa che in base al tipo di copertura del suolo, ad esempio, foreste, prati, o di campi coltivati, si può scegliere che tipo di strategia adottare per contrastare i cambiamenti climatici anche a livello locale.

I ricercatori spiegano come la deforestazione contribuisca ad un aumento della temperatura nelle aree tropicali, e a una diminuzione in quelle boreali come ad esempio la Siberia e l?estremo nord dell?Europa, mentre più complesso è il discorso per le zone temperate. A fare la differenza, la presenza o meno di neve sul suolo e la disponibilità di acqua nell'ecosistema (continua a leggere).


CMCC: link | 8.6.2017

Con il Bio fino al 60% di gas serra in meno

Un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Cleaner Production, valuta il contributo che l'agricoltura biologica può offrire nella lotta ai cambiamenti climatici rispetto all'agricoltura tradizionale, cioè stima un contributo potenziale fino 60% di emissioni di gas serra in meno. Si potrebbe produrre produrre cibo di qualità e allo stesso tempo promuovere azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici.

I risultati dello studio sono sorprendenti: se si considera infatti il contributo in termini di emissioni di gas serra per ettaro di superficie coltivata, il biologico consente di abbattere le emissioni del 60% rispetto all'agricoltura convenzionale, che invece ha un impatto più elevato per la maggiore densità dei seminativi e l'impiego massiccio di prodotti chimici, come fertilizzanti chimici e pesticidi. Resta sempre aperto il dibattito su come produrre cibo a sufficienza per sfamare i 9 miliardi di abitanti previsti da molti indici demografici per il 2050, anche se ormai è evidente che malgrado sistemi agricoli intensivi con alte rese produttive, non corrispondono soluzioni efficaci contro la fame, e tutto questo sempre più a discapito del clima, e quindi, a svantaggio dell'agrosistema stesso (continua a leggere).


CMCC: link | 23.05.2017

Fondo per la biodiversità agricola 

Pubblicato il decreto per il funzionamento del Fondo per la tutela della biodiversità di interesse agricolo e alimentare che rappresenta l'occasione per valorizzare le attività svolte dalle imprese agricole e di allevamento a sostegno della biodiversità. Il fondo avrà una dotazione di 500.000 euro annui, mentre un successivo decreto ministeriale ne definirà le modalità di funzionamento, nonché individuerà le azioni di tutela da sostenere. Il Decreto stabilisce i principi per l'istituzione di un sistema nazionale finalizzato alla tutela delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali dal rischio di estinzione e di erosione genetica, precisando che la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare sono perseguite anche attraverso la tutela del territorio rurale, contribuendo a limitare i fenomeni di spopolamento e a preservare il territorio da fenomeni di inquinamento genetico e di perdita del patrimonio genetico.

Sulla base delle previsioni del decreto può sostenere, nel rispetto dei limiti di spesa indicati, le azioni degli agricoltori e degli allevatori realizzate, direttamente o tramite progetti, nei quali siano presenti come partenariato attivo e attuati in collaborazione con soggetti scientifici e non, pubblici e/o privati ed esperti per materia (continua a leggere)


Coldiretti: link | 02.05.2017

ERIC LifeWatch

L'UE ha istituito il consorzio di ricerca Eric LifeWatch infrastruttura europea di e-scienza e tecnologia per la ricerca sulla biodiversità e gli ecosistemi. Eric LifeWatch è un consorzio, che sede legale a Siviglia, il cui obiettivo è costituire e gestire l'infrastruttura e i sistemi di informazione necessari per integrare i dati per la ricerca sulla biodiversità e gli ecosistemi. In tal modo cerca di migliorare la comprensione, i collegamenti e le sinergie con altri problemi della società quali l'adeguamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione degli stessi, e fornire capacità analitiche.

L?Eric LifeWatch, infatti, cerca di garantire l'erogazione di servizi per il reperimento, l'analisi e la visualizzazione dei dati. Fornisce un supporto per gli utenti in sito o via web per la cooperazione e la sperimentazione scientifica. Inoltre offre un sostegno alle strutture nazionali ed internazionali, compresa una collaborazione con le stesse, sulla base di accordi in materia di mobilitazione e condivisione dei dati, capacità computazionale e sviluppo di nuove capacità infrastrutturali. (continua a leggere)


Greenreport: link | 22.03.2017

Le potenzialità della rete natura 2000

Secondo la Corte dei Conti Europea la Rete Natura 2000, non è stata ancora adeguatamente attivata. Ciò sottolinea che occorrono ancora progressi significativi da parte degli Stati membri e maggiori sforzi da parte della Commissione per poter contribuire al raggiungimento degli obiettivi della strategia dell?Ue sulla biodiversità fino al 2020.

La relazione speciale della Corte "Occorre fare di più per realizzare appieno le potenzialità della rete Natura 2000" si è avvalsa di auditor che hanno visitato 24 siti Natura 2000 e condotto indagini negli Stati membri interpellando vari gruppi di portatori di interesse. La rete Natura 2000 è la rete ecologica di conservazione più grande al mondo, che comprendente il 18% del territorio in tutta l?Ue, nonché circa il 6% di zone marine. Natura 2000 è il fulcro della strategia dell?Ue. Una strategia volta ad arrestare la perdita di biodiversità e a fornire servizi ecosistemici entro il 2020.

Le attività socio-economiche non sono proibite nei siti Natura 2000, ma gli Stati membri devono far sì che questi non subiscano un deterioramento e adottare le misure di conservazione necessarie al fine di mantenere o ripristinare uno status di conservazione soddisfacente per le specie e gli habitat protetti (continua a leggere)


Fonte: Greenreport | 23.02.2017

Fitofarmaci e fertilizzanti di origine naturale

L'agricoltura sostenibile, biologica oppure integrata, ha sempre più necessità di avere a disposizione sostanze attive di origine naturale (bioprodotti).

Molti di questi sono già stati oggetto di studio del Centro di ricerca per le colture industriali del Crea (v. La chimica verde,  di Lorenzo D?Avino e Luca Lazzeri, in "Il manuale del biologico", Ministero delle Politiche Agricole - Edagricole,  2012) . A questa classe, appartengono i formulati preparati a partire da principi attivi estratti dalle piante che rappresentano la materia prima per ottenerli.

Siamo di fronte ad una nuova frontiera nella difesa delle colture, che cerca di promuovere l'uso di molecole di origine naturale a ridotto impatto ambientale, in sostituzione preparati di sintesi (diserbanti, fertilizzanti etc.).

Ciò avrebbe un notevole effetto positivo sull'inquinamento e nel rispetto della naturale fertilità dei suoli, mantenendo viva ed attiva anche gran parte della sua biodiversità microbica (continua a leggere).


Coldiretti: link | 28.11.2016

Negli ultimi anni perso il 10% delle aree wilderness

Wildlife Conservation Society - WCS, ha recentemente pubblicato lo studio "Catastrophic Declines in Wilderness Areas Undermine Global Environment Targets", dal quale emerge una clossale erosine delle aree selvatiche di tutto il l mondo negli ultimi 20 anni. Il team di ricercatori afferma che le perdite che la natura ha subito dagli anni  ?90 riguardano un decimo del wilderness globale (aree selvatiche protette).

Secondo i ricercatori, i risultati rimarcano la necessità di politiche internazionali che riconoscano il valore delle aree naturali, per affrontare le minacce senza precedenti che abbiamo di fronte.

James Watson dell?Università australiana del Queensland, evidenzia che molte delle aree wilderness, nonostante siano roccaforti per la biodiversità, servano alla regolamentazione climatica locale, oltre che sostenere molte delle comunità economicamente più emarginate del mondo, sono completamente ignorate nella politica ambientale.

I meccanismi politici internazionali devono riconoscere le azioni necessarie per mantenere le aree wilderness, prima che sia troppo tardi (continua a leggere).


Green Report: link | 12.09.2016

Pesticidi nelle acque e #StopGlifosato

L'ultimo rapporto Nazionale "pesticidi nelle acque"  ha rivelato come un campione di acqua superficiale su cinque non solo risulta contaminato, ma spesso supera il livello standard di qualità ambientale previsto per legge. Da questo punto di vista gli erbicidi sono le sostanze maggiormente presenti e tra questi, al primo posto il Glifosato e il suo metabolita AMPA presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, anche se i dati rilevati fino ad oggi, per queste due sostanze, sono solo per Lombardia e Toscana.

AIAB insieme alla coalizione italiana #StopGlifosato ha inviato una lettera al ministro Martina per chiedere un incontro in rappresentanza delle 38 organizzazioni del settore dell'agricoltura biologica, dell'ambiente, della tutela del territorio, dei consumatori e degli oltre 110mila Italiani che hanno già firmato una petizione per chiedere la messa al bando del Glifosato.

E' possibile firmare la petizione tramite il portale avaaz.org da questo link.


AIAB: link | 16.05.2016

ColtiviAMO BIOdiversità

Il mercato mondiale del seme è oggi nelle mani di 10 grosse aziende che ne detengono l'oligopolio. Questo limita la sovranità alimentare, impoverisce le tasche degli agricoltori, sempre più soggetti a regole dettate dalle multinazionali. "Bisogna riportare il controllo dei semi nelle mani degli agricoltori", dice Salvatore Ceccarelli, genetista e sperimentatore in molti paesi del mondo del miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo."

La biodiversità dunque è un bene comune e come tale va custodita, coltivata e tutelata attraverso le pratiche agronomiche proprie dell'agricoltura biologica e biodinamica e lavorando sui semi del futuro. E proprio qui sta la scommessa di AIAB che ha lanciato il 19 gennaio a Roma, alla Città dell'Altra Economia, la campagna "ColtiviAMO BIOdiversità ? bene comune", a tutela della biodiversità, del suolo e della sovranità alimentare, un grido di allarme e insieme di riscossa, per richiamare l'attenzione su un tema di vitale importanza. Il progetto durerà un anno e coinvolgerà le aziende agricole biologiche sostieni il progetto (continua a leggere)


Agronotizie: link | 02.03.2016

Legge di stabilità e miglioramento genetico 

L'obiettivo è della tutela della biodiversità, passa anche per il miglioramento genetico di alcune colture che sono patrimonio ed eccellenze italiane, ed il Mipaaf investirà circa 21 milioni di euro.

Le colture che verranno studiate sono: vite, olivo, pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio e pioppo. "Vogliamo tutelare al massimo il nostro patrimonio unico di biodiversità", ha dichiarato il ministro Martina. Biotecnologie sì, ma non Ogm transgenici. Il Mipaaf ha infatti sottolineato come le tecniche utilizzate dai ricercatori, il genome editing e la cisgenesi, non producono sementi differenti da quelle che si potrebbero avere tramite incroci naturali, proprio perché non c'è inserimento di materiale estraneo a quello della specie stessa. l'obiettivo è aumentare non solo la competitività, l'efficienza produttiva e la sostenibilità del sistema agricolo, ma anche formulare opzioni per l?adattamento ai cambiamenti climatici. (continua a leggere).


Agronotizie: link | 14.01.2016

I pagamenti per i servizi ecosistemici

Il prima possibile il Governo Italiano dovrà adottare dei decreti per introdurre un sistema di pagamento dei PSEA, ovvero di servizi ecosistemici ed ambientali; ciò è stato previsto dal "Collegato ambientale" che è, ad oggi, è in attesa di approvazione definitiva alla Camera. Queste nuove Norme defininarro un sistema di criteri che introdurrano la valutazione di una remunerazione economica dei servizi resi, dall'agricoltura, per l'ambiente e l'ecosistema, come quota di valore aggiunto.

Tra i criteri direttivi, la nuova disposizione indica l'obiettivo di assicurare la remunerazione dei servizi di fissazione  del carbonio delle foreste e dell'arboricoltura da legno di proprietà demaniale, collettiva e privata; di regimazione delle acque nei bacini montani; di salvaguardia della biodiversità delle prestazioni ecosistemiche e delle qualità paesaggistiche.


Coldiretti: link | 01.12.2015

150 milioni di euro dal PSR per la tutela dell'agrobiodiversità

La programmazione 2014-2020 dei PSR destinano rilevanti risorse finanziarie per la salvaguardia delle risorse genetiche e delle razze autoctone a rischio estinzione. La tutela dell'agrobiodiversità è, infatti, una delle priorità delle politiche di Sviluppo Rurale. Confermando quanto già previsto nel precedente periodo di programmazione, si prevedono dunque specifici aiuti per le imprese agricole che intendono investire nella conservazione delle razze autoctone minacciate di abbandono e nelle risorse genetiche vegetali minacciate di erosione genetica.

Tali programmi promuovono anche interventi mirati, concertati e di accompagnamento a favore della conservazione, dell'uso e dello sviluppo sostenibile, delle risorse genetiche in agricoltura. Si tratta di interventi a favore di enti ed istituti di ricerca pubblici e privati sulla base di indicazioni operative e di linee di intervento definite a livello regionale (continua a leggere)


Coldiretti: link | 04.09.2015

L'agricoltura bio per incrementare la varietà di specie

Durante la giornata mondiale della biodiversità sono emerse cifre spaventose sulla perdita di variabilità biologica e di specie. Il rischio arriva soprattutto dal surriscaldamento del clima e dallo sfruttamento del suolo.

Una soluzione a questo problema può arrivare dall'agricoltura biologica e l'Italia, in questo, può avere un ruolo fondamentale. Secondo l'Ispra il nostro Paese è al secondo posto in Europa per superficie "bio", dopo la Spagna (con 1,6 milioni), e al quinto posto nel mondo.

Sempre secondo Ispra, l'ampia presenza di terreni destinati alla produzione biologica ha un effetto positivo sull'ambiente e la fauna: "Nei terreni biologici, dove è proibito l'uso di fertilizzanti, pesticidi e erbicidi di sintesi, è possibile rilevare (per alcune specie) un numero doppio di varietà vegetali rispetto a quelli convenzionali.


AIAB: link | 03.06.2015

Il costo dell'impoverimento delle risorse naturali

Un rapporto del WWF dimostra come il sempre più crescente disastro ecologico stia superando per gravità le dimensioni attuali della crisi economica ed è in linea con le conclusioni principali dell?ampio rapporto sullo Stato dell'Ambiente, presentato la settimana scorsa dall'EEA (Agenzia Europea per l?Ambiente).

I danni provocati dalle alluvioni, come quelle che hanno colpito anche di recente il nostro paese, sono costate negli ultimi 10 anni più di 150 miliardi di euro, la "bolletta annuale" dell'inquinamento dell'aria equivale invece a 537 miliardi di euro, mentre le industrie europee sono costrette a importare materie prime non più disponibili in Europa del valore di 300 miliardi di euro. Le economie sostenibili hanno un potenziale enorme in termini di benefici prodotti; le stime attuali indicano una capacità di generare oltre 20 milioni di posti di lavoro entro il 2020. (continua a leggere)


WWF: link | 20.03.2015

Gestione delle foreste: opportunità per i servizi ecosistemici

Un recente seminario organizzaro da INEA "Le foreste nel mercato dei servizi ecosistemici", è stato fatto il punto della situazione sul mercato volontario dei crediti di carbonio forestali, ossia il sistema che permette, su base volontaria, ad organismi profit e no-profit, amministrazioni locali, imprese e anche singoli cittadini, di ridurre le emissioni in atmosfera e generare benefici sociali e ambientali grazie alla funzione di carbon sink (stoccaggio del carbonio) esercitata dal settore agroforestale.

Come noto, tuttavia, questa importante funzione, direttamente collegata alla gestione forestale, non è ancora associata ad alcuna forma di riconoscimento economico per gli operatori agroforestali, inoltre è ampiamente riconosciuto il ruolo svolto dalle foreste, per il mantenimento della stabilità ambientale in termini di biodiversità, ciclo dell?acqua e lotta al dissesto idrogeologico.

L?importanza dei servizi ecosistemici, tra l?altro, è stata anche riconosciuta dal Governo, presentando la possibilità di introdurre un sistema di pagamento dei servizi ecosistemici e ambientali PSEA.


Coldiretti: link | 17.02.15

Proposta di Legge sulla Biodiversità

"Nella biodiversità sta la chiave per la sicurezza alimentare e l'unica risposta possibile ai cambiamenti climatici." Questo il commento di Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB, alla notizia dell'approvazione da parte della Camera della proposta di legge sulla biodiversità. Nella legge ci sono aspetti innovativi, come l'istituzione del Fondo per la tutela della biodiversità, il principio che le varietà vegetali iscritte all'Anagrafe nazionale della biodiversità non sono oggetto di brevetto e il riconoscimento della figura degli agricoltori e degli allevatori custodi. Sicuramente resta da migliorare il diritto alla vendita diretta, in ambito locale, delle sementi delle varietà autoctone conservarte e recuperate dagli agricoltori.

Biodiversità e biologico costituiscono un binomio indissolubile, nonché le carte vincenti su cui puntare per il futuro del cibo e di tutto il sistema alimentare, soprattutto in un paese come l'Italia che ha nel biologico uno dei settori più trainanti dell'economia e delle esportazioni (continua a leggere)


AIAB: link | 09.01.2015

OGM e danni all'agro-ecosistema

In occasione del Salone internazionale del gusto e di Terra Madre, sono state ribadite alcune delle numerose perplessità sul tema OGM, in particolare, sono sotto la "lente d'ingrandimento" i danni che gli organismi geneticamente modificati causano alla biodiversità, alle varietà produttive e alle tipicità eno-gastronomiche locali, di fatto, uniformando ed indebolendo il contesto agrosistemico.

Da notare come sia emergente il problema della resistenza degli insetti alle tossine transgeniche, e la contaminazione dei suoli dovuta alla particolare resistenza delle specie geneticamente modificate agli erbicidi, infatti, la capacità di resistere agli erbicidi comporta che le ecotossine presenti nella pianta si propagano nelle radici e nel suolo diffondendosi in aree molto vaste.

A supporto di questa tesi, si registra che negli Stati Uniti le etichette apposte sui sacchi delle sementi OGM riportano l'avviso "Respect your refugee": ciò significa che, in sostanza, la coltivazione deve essere tenuta lontana da zone rifugio (OGM free) per evitare la potenziale contaminazione dell'intera area, pertanto, le aperture verso una possibile coesistenza sono altamente rischiose.


Coldiretti: link | 04.11.2014

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Il distretto agricolo zootecnico forestale

Il distretto agricolo zootecnico e forestale è un nuovo approccio territoriale per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Un problema globale come il cambiamento climatico può essere affrontato anche con strategie a carattere locale. È questo l'approccio che ha ispirato la messa a punto da parte della Rete Rurale Nazionale, in collaborazione con il Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, di un Meccanismo volontario di riduzione e compensazione delle emissioni climalteranti da attuare a livello di distretto agricolo zootecnico forestale.

Attore principale è la zootecnia, che all'interno del settore agricolo ha il maggiore impatto emissivo. Ed infatti è proprio attorno alle aziende zootecniche che il Meccanismo, tramite l'attivazione di un mix di misure preventive e reattive, a breve e lungo termine, punta alla nascita di distretti a impatto emissivo ridotto o nullo. Una risposta anche alla crescente attenzione pubblica verso la sostenibilità ambientale e l'etica dei processi produttivi, che pone il settore nella necessità di fare proprie nuove best practice più in linea con gli obiettivi climatici e ambientali. 

Il Meccanismo persegue anche la volontà di intercettare le attuali linee di indirizzo politico sempre più orientare verso la definizione di realtà carbon neutral per la mitigazione dei cambiamenti climatici e la tutela dei servizi ecosistemici e per incrementare la sostenibilità generale dei territori (continua a leggere)


Rete rurale: link | 03.03.2021

La sfida globale del fosforo

Secondo il segretario generale dell'Onu, António Guterres, "E' inaccettabile che la fame sia in aumento in un momento in cui il mondo spreca più di 1 miliardo di tonnellate di cibo ogni anno. E' ora di cambiare il modo in cui produciamo e consumiamo, anche per ridurre le emissioni di gas serra". Per questo Guterres convocherà nel 2021 l'UN Food Systems Summit per lanciare nuove e coraggiose azioni per trasformare il modo in cui il mondo produce e consuma cibo e realizzando così progressi in tutti i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).

Da decenni in tutto il mondo vengono utilizzati fertilizzanti sintetici (contenenti azoto, fosforo e potassio) per aumentare le rese dei raccolti. Le piante hanno bisogno di fosforo per crescere, ma usarne troppo può danneggiare l'ambiente.

Ora gli esperti dicono che siamo riusciti a perturbare il ciclo globale del fosforo: in alcune regioni del mondo viene aggiunto troppo fosforo nel suolo per coltivare cibo, contribuendo all'inquinamento da nutrienti di laghi, fiumi ed ecosistemi costieri. Altrove, gli agricoltori non possono accedere ad abbastanza fosforo per soddisfare la domanda di cibo. L'United Nations environment programme (Unep) sottolinea che "Man mano che la popolazione mondiale cresce, il ciclo globale del fosforo deve essere mappato per garantire cibo sufficiente per tutti, riducendo i costosi danni ambientali. Dove l'uso di fosforo è stato elevato, le perdite prodotte dai reflui dai terreni agricoli e umani hanno portato all'inquinamento delle acque dolci e delle coste con un eccesso di nutrienti, un processo chiamato eutrofizzazione".

L'Unep e altre organizzazioni come Global Partnership on Nutrient Management, chiedono una migliore gestione del fosforo a beneficio delle persone e del pianeta. (continua a leggere)

Green Report: link | 07.01.2021

Sicurezza alimentare e l'agricoltura su piccola scala

Il "Committee on World Food Security" (CFS) valuta come accelerare i progressi per il raggiungimento del secondo obiettivo di sviluppo sostenibile, cioè "Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile". Già nel documento di presentazione della riunione del CFS viene ricordato che dal 2015 ad oggi il numero di persone in una condizione di insicurezza alimentare continua ad aumentare. Più di 820 milioni di persone non dispongono di sufficienti risorse alimentari. Questo numero sale a un miliardo e trecentomila considerando le persone che periodicamente sono soggette ad insicurezza alimentare di moderata entità.

Le cause dell'insicurezza alimentare sono molteplici e complesse, ma risulta chiaro che l'insicurezza alimentare non è soltanto il frutto di fattori ambientali o dell'adozione di pratiche agricole inefficienti, ma è anche il risultato di ingiustizie, di diritti negati, della non curanza di multinazionali che utilizzano il loro potere per promuovere la diffusione di sementi e input produttivi che comportano svantaggi e rischi sanitari per i produttori e i consumatori e con scarse evidenze di aumenti produttivi sostenibili nel tempo. Ad esempio il governo Sudafricano ha da poco espresso parere negativo all'introduzione nel paese del mais transgenico (OGM) della Monsanto "MON 87460 x MON 89034 x NK 603" perché test effettuati non hanno provato nessuna differenza statisticamente significativa in termini di produttività rispetto alle varietà non OGM già coltivate nel paese.... (continua a leggere)


Greenreport: Link | 18.10.2019

#cambiamoagricoltura

Un'agricoltura radicalmente diversa dal modello chimico-industriale attualmente dominante è la chiave di volta per la soluzione dei tanti problemi ambientali, climatici e di salute che riguardano l'intero nostro pianeta. Non è utopia, ma una realtà concreta e l?Italia che dice NO ai pesticidi e si impegna per un diverso modello di sviluppo si è ritrovata a Pistoia.

Il convegno, promosso da tredici associazioni nazionali e locali, ha visto una vasta partecipazione di pubblico e grande coinvolgimento della cittadinanza di Pistoia, particolarmente sensibile viste le criticità del territorio e in particolare la cattiva qualità delle acque per l'elevata contaminazione da pesticidi.

Siamo alla vigilia della Riforma della #PAC e dell'aggiornamento del PAN Pesticidi, strumento di attuazione della Direttiva UE sull'uso sostenibile della chimica in agricoltura. È quindi oggi il tempo di agire per chiedere un cambiamento, come chiede la coalizione #cambiamoagricoltura che mette in rete tutti I soggetti che condividono una visione comune di agricoltura sostenibile, libera dai pesticidi. (continua a leggere)


WWF: link | 05.02.2019

Muretti a secco Patrimonio UNESCO

I "muretti a secco" sono stati inseriti, nei giorni scorsi, nel Patrimonio immateriale dell?Umanità dall'UNESCO, confermando le motivazioni dei Paesi europei che congiuntamente ne avevano presentato la candidatura Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera, facendo leva sulla "relazione armoniosa tra l'uomo e la natura".

L'arte dei muretti a secco, come si legge nella motivazione del riconoscimento UNESCO, riguarda "l'insieme delle conoscenze per la costruzione di strutture realizzate ammassando le pietre una sull'altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra a secco". Uno dei primi esempi di manifattura umana, sia per scopi abitativi che per la divisione e il terrazzamento dei terreni agricoli, soprattutto nelle zone più scoscese.

Per l'associazione ambientalista Italia Nostra si tratta di un segnale forte e particolarmente importante, che in qualche modo segna una "rivincita della pietra verso il cemento".

"Da decenni, si legge nella nota stampa di Italia Nostra, assistiamo alla distruzione dei muri a secco, sostituiti con terribili muri di cemento, sulla scorta dei costi, della facilità, del dilagare dell'omologazione, fin nei luoghi più delicati e sensibili del nostro Paesaggio". "Sono muri a secco,prosegue la nota, quelli posti ai lati di antiche strade, come la stessa Appia Antica, già rinnovata e restaurata dal Canova. E sono muri a secco i piccoli edifici millenari come le capanne a tholos dei pastori o le strutture di piccole dimensioni per la pigiatura dell'uva (i palmenti) nella viticoltura eroica. Ma sono soprattutto i muri di pietra dei terrazzamenti che disegnano da secoli il Paesaggio agricolo italiano e, da sempre, garantiscono quel microclima prezioso per la qualità dei coltivi, trattenendo l?umidità d'estate e restituendo calore a protezione delle gelate invernali alle coltivazioni di sussistenza (grano, ulivo, vite)". (continua a leggere)


Greenews.info: link | 10.12.2018

Cambiamo Agricoltura

Le associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura durante il convegno sulla Politica agricola comune svoltosi nella Sala del Refettorio alla Camera dei Deputati, hanno lanciato un messaggio chiaro, su quale modello promuovere per l'agricoltura del futuro.

L'incontro di Roma è stato un'occasione di confronto tra le associazioni ambientaliste e dell'Agricoltura biologica italiane (AIAB, Associazione per l'Agricoltura Biodinamica, FAI Fondo Ambiente Italiano, Federbio, ISDE Italia Medici per l'Ambiente, LIPU-BirdLife Italia, Legambiente, ProNatura e WWF Italia) riunite nella Coalizione #CambiamoAgricoltura, con esponenti del mondo istituzionale, accademico, della ricerca e delle maggiori associazioni agricole (Coldiretti, CIA e Confagricoltura), per discutere insieme sul futuro della Politica Agricola Comune europea post 2020 alla luce della presentazione delle proposte di regolamenti da parte della Commissione il primo giugno scorso.

Per le associazioni aderenti alla Coalizione, "i nuovi regolamenti presentano numerosi elementi di novità, alcuni dei quali lasciano intravedere la possibilità di modificare, se ben utilizzati, il paradigma dell?agricoltura di oggi. Allo tempo stesso, però, le proposte della Commissione UE lasciano aperte diverse domande e hanno troppi ambiti di incertezza che potrebbero rendere vana questa riforma, riportando l'agricoltura pericolosamente nel passato, con una corsa al ribasso degli impegni degli Stati membri della UE per la tutela dell'ambiente e la vitalità dei territori rurali".

In generale le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura chiedono che la forte sussidiarietà contenuta in questa riforma della PAC non si trasformi, per le sfide ambientali e climatiche, in una "fuga" degli Stati membri dagli impegni assunti a livello internazionale, con una sostanziale abdicazione di responsabilità da parte della Commissione Europea (continua a leggere)


WWF: link | 24.07.2018

Costo dei cambiamenti climatici sull'agricoltura

Inondazioni, incendi boschivi, tempeste, parassiti delle piante, epidemie animali, fuoriuscite di sostanze chimiche e proliferazioni di alghe tossiche, ma soprattutto siccità: i cambiamenti climatici coi disastri naturali che portano sono costati in appena dieci anni (dal 2005 al 2015) la sbalorditiva cifra di 96 miliardi di dollari in termini di perdite agricole, ovvero a causa delle colture danneggiate o perse.

Sono questi i dati messi in evidenza dal nuovo rapporto presentato dalla Fao - l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l?alimentazione e l?agricoltura - durante una conferenza tenutasi ad Hanoi, in Vietnam. Un luogo scelto non a caso: circa la metà di questi danni (48 miliardi di dollari) si è verificato in Asia. Il settore rurale (in cui comprendere la produzione agricola, l'allevamento del bestiame, ma anche la silvicoltura, la pesca e l'acquacoltura) deve fare i conti con molti rischi, come l'imprevedibilità del clima e la volatilità del mercato, infestazioni di parassiti e malattie, eventi meteorologici estremi e un numero sempre crescente di crisi e conflitti prolungati "ha spiegato il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva" Questa è diventata la situazione "normale", e l'impatto del cambiamento climatico aggraverà ulteriormente queste minacce e sfide. (continua a leggere)


Greenreport: link | 20.03.2018

Nuove aree nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che l'Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale ha iscritto nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici sei nuove aree. Ad oggi il registro include dieci paesaggi e due pratiche agricole, distribuiti dal nord all'estremo sud della penisola, con una crescita che ha visto raddoppiare il loro numero nel corso dell'ultimo anno.

"Non c'è Paese in Europa - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - che abbia un patrimonio di paesaggi rurali così diffuso in tutte le sue Regioni. Le nuove iscrizioni confermano questa ricchezza unica di identità e di capacità degli agricoltori di formare e conservare i luoghi come veri e propri beni comuni. Dai muretti a secco di Pantelleria agli oliveti secolari tra Assisi e Spoleto o quelli storici di Venafro in Molise fino ai terrazzamenti di Lamole. Sono esempi di come ambiente, storia e tradizioni si intreccino in un elemento unificante che è proprio il paesaggio rurale. Rafforzare la valorizzazione di queste aree è un impegno che confermiamo nell'anno nazionale del cibo italiano".

Le sei nuove aree rurali sono: Fascia pedemontana olivata fra Assisi e Spoleto, la piantata veneta, paesaggio della Pietra a Secco dell'Isola di Pantelleria, Parco regionale Storico agricolo dell'olivo di Venafro, il paesaggio policolturale di Trequanda e il paesaggio rurale storico di Lamole in Chianti.


MIPAAF: link | 07.02.2018

Tecnologie per salvare l'agricoltura dal cambiamento climatico

Il Consorzio di Bonifica della Romagna è il primo ente a servirsi del programma Copernicus per effettuare proiezioni delle future riserve idriche per le colture nel comprensorio di Castiglione. Infatti, i consorzi di irrigazione possono ora tenere conto degli effetti dei cambiamenti climatici grazie al Copernicus climate change service (C3S)  gestito dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European centre for medium-range weather forecasts - Ecmwf).

Copernicus è il programma faro della Commissione europea per le osservazione della Terra al quale contribuiscono attivamente istituzioni accademiche e per l'ambiente di tutta Europa, inclusi i servizi meteorologici nazionali. Copernicus offre dati operativi e servizi informativi di libero accesso che forniscono agli utenti informazioni attendibili e aggiornate su questioni ambientali e problemi di sicurezza. (continua a leggere)


Greenreport: link | 31.10.2017

Caring for our soil

Il nuovo report del WWF - scaricalo in formato .pdf - , in linea di continuità con i documenti analoghi prodotti nel 2013 e nel 2014 con "Riutilizziamo l?Italia", rilancia il messaggio: bisogna aver cura "della Natura dei territori" perché è lì che le attività umane stanno cambiando in maniera radicale gli equilibri naturali del pianeta in cui viviamo.

La parte analitica di questo report tende a dimostrare, con dati e valutazioni qualitative che integrano e completano il quadro quantitativo acclarato (elaborate da ISTAT, ISPRA e da gruppi di ricerca come quello dell'Università dell'Aquila), come il consumo di suolo abbia in realtà molteplici dimensioni: dalla perdita della funzionalità ecosistemica, alla frammentazione della rete ecologica e l?assedio della Rete Natura 2000, dalla perdita di risorse alimentari alle modifiche del paesaggio agricolo storico. Non mancano, nella seconda parte del rapporto, i casi virtuosi presi ad esempio. (continua a leggere)


WWF: link | 03.7.2017

#Cambiamoagricoltura

Cambiare la PAC, per premiare gli agricoltori più rispettosi dell?ambiente e per produrre alimenti sani. WWF insieme ad altre associazioni ambientaliste e per la promozione dell'agricoltura biologica promuove una raccolta di firme per chiedere un cambiamento radicale e decisivo della politica agricola nella UE. La campagna #CambiamoAgricoltura, è supportata dalla Fondazione Cariplo, e parte della campagna europea Living Land.

l?Unione europea non ha saputo correggere gli effetti distorsivi di una politica agricola che, pagata con i soldi dei cittadini europei, ha favorito un ristretto numero di grandi aziende agricole intensive a discapito dei produttori estensivi, più sensibili al rispetto dell?ambiente, del benessere animale e della biodiversità, come molti produttori biologici o biodinamici.

Sono quattro i requisti essenziali indicati dalle Associazioni per la prossima riforma della Politica Agricola Comune: "La riforma dovrà essere: giusta per gli agricoltori, i lavoratori salariati agricoli e le comunità rurali; sostenibile per l?ambiente e il paesaggio, per avere acqua pulita, un suolo fertile, per rispettare il benessere degli animali e garantire la tutela della natura sana per il nostro cibo e per il benessere di tutti; responsabile per proteggere il futuro del pianeta e del clima, per un'agricoltura veramente sostenibile a livello globale". (continua a leggere)


WWF: link | 10.04.2017

Gestione del suolo e cambiamento climatico

Con il rapporto della FAO "Status of the World's Soil Resources" si mette in evidenza che il carbonio è incorporato nel suolo dopo essere stato "fissato" dall?atmosfera tramite le piante o residui organici, per poi essere stoccato in seguito a vari processi naturali. Il contenuto di carbonio del suolo è costituito da elementi sia vivi che morti.

Ma quando il suolo è disturbato o degradato, il carbonio (insieme anche ad altri gas serra come ad es. CO2, metano etc.) può essere riemesso nell'atmosfera. Questo significa che il suolo è un serbatoio di carbonio che rilasciare oppure sequestrare carbonio (carbon sequestration) in relazione del suo utilizzo e lo stato di mantenimento. inoltre i suoli ad alto contenuto di carbonio organico sono più fertili e produttivi, in grado di purificare l'acqua, e contribuire ad aumentare la capacità di resistenza e contrastare gli impatti del cambiamento climatico. Ciò significa che il miglioramento della salute dei suoli del pianeta e l'incremento del loro contenuto di carbonio organico è fondamentale per raggiungere molti degli obiettivi di sviluppo 2030 stabiliti nell?agenda delle Nazioni Unite, tra cui il contrasto alla malnutrizione.

La FAO evidenzia che "Già, un terzo dei suoli del pianeta sono degradati, e questo ha portato a un'enorme diminuzione dello stock di carbonio organico sequestrato e al rilascio sino a 100 miliardi di tonnellate nell?atmosfera. Altri danni agli stock di carbonio del suolo dovuti a una cattiva gestione del suolo ostacoleranno gli sforzi per limitare l?aumento della temperatura globale ed evitare un incremento delle inondazioni, dei periodi di siccità e altri impatti del cambiamento climatico". (continua a leggere)


Greenreport: link | 22.03.2017

Una PAC per l'ambiente e il clima

Nella attuale discussione sulla revisione della Politica Agricola Comune dell'UE (PAC), si decide quanti fondi destinare a favore di un?agricoltura "pulita" e sostenibile, che sia anche un punto d'interesse per le comunità locali ed i cittadini. Ci sono 45 Associazioni (coalizione #StopGlifosato), che chiedono al MIPAAF che l'Italia assuma una posizione chiara a favore di una modifica dell'intera PAC. Mancano, di fatto, soluzioni efficaci a molti problemi che coinvolgono l'agroecosistema.

I dati presentati da Rete Rurale Nazionale sottolineano che i PSR, stanziano più fondi per l'agricoltura convenzionale o che utilizza comunque prodotti derivati dalla chimica di sintesi, che non per quella biologica e biodinamica. Con l'attuale crisi strutturale ed economica è importante assicurare che le risorse pubbliche investite con la PAC producano ricadute utili e positive sull'ambiente e sulla salute di tutti i cittadini. l'Università di Washington ha più volte affermato che l'agricoltura biologica è la "chiave per la sostenibilità a livello globale", per la Royal Society, "aumentare la percentuale di agricoltura che utilizza metodi biologici e sostenibili non è una scelta, è una necessità". E il Parlamento Europeo, in un documento del dicembre 2016, ha riconosciuto che il consumo di alimenti biologici può ridurre il rischio di malattie allergiche e obesità.

Serva una nuova PAC che garantisca la tutela del nostro capitale naturale e sia attiva nel contenere (resiliente) e contrastare il cambiamento climatico. L'Italia, con il suo patrimonio ambientale, di biodiversità, di paesaggio rurale e di prodotti agroalimentari di qualità dovrà fare la sua parte, ed esercitare un ruolo chiave nella linea da seguire, per le prossime politiche di sviluppo dei settori agricolo e alimentare.


Greennews.info: link | 07.03.2017

In Toscana Stop al Glifosato

E' stato approvata da Consiglio Regionale della Toscana la mozione "Principio di precauzione e glifosato" per rimuovere il principio attivo "glyphosate". da tutti i disciplinari di produzione e ad escludere dai premi del PSR le aziende che lo utilizzano.

Ciò contribuisce a sostenere sul territorio approcci agro-ecologici per migliorare la fertilità dei suoli, diversificare le produzioni, aumentare la capacità di sequestro di carbonio, garantire raccolti adeguati e affrontare il controllo dei parassiti e delle erbe seguendo e monitorando le dinamiche naturali.

Secondo  Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato,  "Si tratta di un importantissimo passo in avanti nella battaglia che la società civile porta avanti da un anno, da quando lo IARC di Lione ha introdotto il glifosato tra i prodotti probabilmente cancerogeni per l'uomo. Dopo l?analoga iniziativa della Regione Calabria, la Toscana fa un passo decisivo: l'impegno si tradurrà in breve in atti normativi concreti. Ora il Governo esamini la possibilità di eliminare il glifosato su tutto il territorio nazionale e si impegni perché a dicembre venga definitivamente cancellato il rinnovo della licenza di uso dell?erbicida della Monsanto a livello europeo. In questo momento i cittadini europei stanno firmando l'iniziativa di legge popolare per la cancellazione del glifosato dalle sostanze ammesse sui campi. Il governo italiano ha l'opportunità e la forza di prender una decisione all'avanguardia, che tutela il diritto alla salute e la qualità del cibo".(continua a leggere)


Greenreport: link | 03.03.2017

Approvata la Legge sulla canapa Industriale

Il Senato ha approvato il testo di legge "Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa". Così la coltivazione della canapa per usi industriali ha ottenuto un pieno riconoscimento anche in Italia.

Con la nuova legge, spiega Fedecanapa, innanzitutto gli agricoltori sono scagionati da qualsiasi responsabilità fino a un livello di THC dello 0,6% (ossia 3 volte il limite di legge) come media, ovvero non misurando la concentrazione di una sola pianta.

La nuova legge prevede poi finanziamenti annui alla ricerca e sviluppo per il miglioramento delle filiere, sostegni alle attività di formazione e divulgazione e introduce un Sistema di qualità alimentare per i prodotti derivati dalla canapa: quest'ultimo è un provvedimento importante che dovrebbe garantire che il mercato italiano non sia invaso da oli di canapa contraffatti o scadenti.

Green Report: link | 28.11.2016

GraNOtill Day per un grano di qualità

L'impegno per la produzione di un grano di qualità ha un impatto diretto sulla dieta mediterranea, che l'Unesco ha riconosciuto come uno dei patrimoni culturali immateriali dell'umanità.

L'importanza del lavoro svolto dall'associazione Semina diretta 2.0 si inserisce in un contesto globale. E' quanto afferma il segretario generale della Commissione nazionale per l'Unesco, Enrico Vicenti, che ha così salutato il primo GraNotill Day, convegno nazionale su semina diretta e coltivazione del grano duro. Un evento organizzato da Semina diretta 2.0, associazione impegnata nella tutela dell'ambiente attraverso la promozione della coltivazione cerealicola senza aratura.

Poco praticata in Italia, la semina diretta è una tecnica di agricoltura conservativa che consiste nel non lavorare il terreno, preservando così la sostanza organica e l'ecosistema presente negli strati superficiali del suolo e riducendo sensibilmente le emissioni di CO2.


Agronotizie: link |  19.10.2016

L'agricoltura ed il controllo dei gas serra

Secondo il rapporto della FAO; The state of Food and Agricolture (Sofa 2016) L?impegno per sradicare fame e povertà deve andare di pari passo con le rapide trasformazioni dell'agricoltura e dei sistemi alimentari per far fronte a un mondo più caldo.

La Fao spiega come l'agricoltura nel suo complesso, includendo nel termine la silvicoltura, la pesca e la zootecnia, genera a livello mondiale circa un quinto delle emissioni di gas serra, pertanto deve (e può) contribuire maggiormente sia a combattere il cambiamento climatico, sia a contrastarne l'impatto. (continua a leggere).

Green Report: link | 19.10.2016

Una vita migliore nelle aree rurali

Una vita migliore nelle aree rurali è il titolo della Conferenza di Cork sullo Sviluppo rurale, tenuta in Irlanda, a 20 anni di distanza dal primo manifesto che portò al processo rivoluzionario di Agenda 2000.

Alla vigilia del nuovo millennio, ricordiamo, la riforma 1999-2006 venne varata sotto l'egida dell'allora commissario Franz Fischler. Un manifesto politico che prende atto che, se da un lato la versione del 1996 è ancora attuale nei suoi tratti essenziali, si sono aggiunte nuove sfide allo sviluppo rurale dell'Europa, come ad esempio la lotta ai cambiamenti climatici o la diffusione della banda larga come elemento chiave per tenere legate al progresso le campagne.

L'emorragia di agricoltori, infatti, non si è arrestata e, anzi, da 20 anni a questa parte ha portato a una sensibile diminuzione delle aziende agricole, la cui presenza è crollata sui territori europei, acuendo la difficoltà di ingresso di giovani imprenditori. Ecco allora la Dichiarazione di Cork 2.0, (continua a leggere).


Agronotizie: link | 12.09.2016

I legumi come alternativa alla plastica

Leguval (Valorisation of legumes co-products and by-products for package application and energy production from biomass) è un progetto di ricerca finanziato dall'Unione Europea che si concentra sui sottoprodotti delle coltivazioni di legumi al fine di assolvere la triplice funzione di trovare un utilizzo per gli scarti dell'agricoltura, trovare alternative ecologiche alla plastica e produrre energia dal biogas degli scarti veri e propri.

Lo studio è cominciato nel dicembre del 2013, ma adesso sono in uscita i primi risultati: sono stati studiati i metodi per processare i materiali e sono stati identificati vari sottoprodotti, prendendo in considerazione criteri come i volumi di produzione e la stagionalità. Quali fonti di proteine attuabili, sono stati selezionati sottoprodotti da piselli, fagioli e lenticchie (tutti i tipi di legumi). Ciò che ne è venuto fuori è confortante per il raggiungimento dell'obiettivo finale: la trasformazione della loro frazione proteica, come materia prima da utilizzare per il packaging ad uso alimentare, ma anche cosmetico. 

Bioecogeo: link | 14.01.2016

L'agricoltura sostenibile mitiga i cambiamenti climatici

E' necessario riconoscere il ruolo della buona agricoltura nel contrasto al cambiamento climatico, poiché ha un ruolo attivo nell'assorbimento della CO2 e nella salvaguardia del suolo. L?agricoltura è anche un grande produttore di energie rinnovabili ed è storicamente orientata al riuso delle risorse.

Il cambiamento climatico in atto, prodotto dall'effetto serra, colpisce la stessa agricoltura e riduce le produzioni, con rischi per la sicurezza alimentare e la disponibilità di acqua potabile. Il riscaldamento globale e l'incremento dei fenomeni meteorologici estremi provocano dissesto idrogeologico, siccità, salinizzazione delle aree costiere, variazioni degli agroecosistemi e diffusione di nuovi insetti dannosi.

Oggi si stima che oltre il 20% della superficie nazionale è a rischio di desertificazione. La Conferenza di Parigi deve valorizzare queste funzioni del settore primario, che sono indispensabili oggi e ancora di più domani (continua a leggere).


Agronotizie: link | 01.12.2015

Strategie per aiutare api e impollinatori

Attraverso il Rapporto sul Consumo di Suolo 2015 - l'Ispra ha presentato i risultati della mappatura del territorio italiano rispetto alla diffusione della "copertura artificiale". I risultati più eclatanti vedono la cementificazione come responsabile dell?impermeabilizzazione del 19,4% del suolo compreso tra 0-300 metri di distanza dalla costa e quasi del 16% compreso tra i 300-1000 metri. Erosi anche 34.000 ettari all'interno di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica, il 5% delle rive di fiumi e laghi e, addirittura, anche il 2% delle zone considerate non consumabili (montagne, aree a pendenza elevata, zone umide).

Il consumo di suolo in Italia, continua a crescere in modo significativo: tra il 2008 e il 2013 il fenomeno ha riguardato mediamente 55 ettari al giorno, con una velocità compresa tra i 6 e i 7 metri quadrati di territorio che, nell?ultimo periodo, sono stati irreversibilmente persi ogni secondo. I dati mostrano come a livello nazionale il suolo consumato sia passato dal 2,7% degli anni '50 al 7,0% stimato per il 2014, con un incremento di 4,3 punti percentuali. Consumo di suolo che comporta una perdita continua di aree naturali e agricole.

Coldiretti: link | 03.06.2015

Il valore della biodiversità in agricoltura 

Expo è l'occasione per affermare il grande patrimonio di biodiversità del nostro Paese e per far uscire definitivamente i prodotti biologici dall'immagine di prodotti di nicchia.

La Confederazione Italiana Agricoltori da sempre ha fatto della tutela della biodiversità il fondamento della sua visione dell'agricoltura perché biodiversità significa aderenza ad un protocollo di sviluppo sostenibile, ma anche affermazione della centralità agricola e dell'agricoltore come imprenditore multiruolo capace di non solo produrre da campi, ma di preservare l'ambiente, di qualificarlo attraverso l'attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura. Per questo motivo il presidente nazionale di CIA, Scanavino, sostiene che la ricerca potrà e dovrà caratterizzare un nuovo corso dell'agricoltura italiana che è uno dei motori, se non il più potente motore, per progettare e sostanziare la ripresa economica del paese.

Alternativa Sostenibile: link | 22.04.2015

Nuovo Psr: Lotta al cambiamento climatico

Per quanto i nuovi Piani di Sviluppo Rurale 2014-2020, ancora in fase di approvazione, è interessante notare il livello di attenzione riservato al tema dei cambiamenti climatici, in particolare, agli obiettivi legati alla loro mitigazione, attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra e/o la promozione del sequestro del carbonio.

La mitigazione climatica, insieme a nuove strategie  di adattamento, rivesta un ruolo importante nella nuova programmazione, rappresentando uno dei tre obiettivi trasversali alla cui realizzazione tutte le priorità dell'Unione per lo sviluppo rurale devono contribuire. Nel Reg. (UE) 1305/2013, infatti, troviamo una priorità specifica, direttamente riconducibile all'obiettivo, in quanto volta a "incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale". La messa a punto di strumenti per garantire un ritorno economico agli investimenti degli operatori agroforestali nello stoccaggio della CO2, in ogni caso, oggi può rivelarsi un elemento decisivo, al pari della valorizzazione della filiera bosco-legno-energia e delle opportunità offerte dai servizi ecosistemici, per incoraggiare lo sviluppo di una gestione forestale sostenibile e contrastare fenomeni di abbandono delle aree rurali e montane.

Coldiretti: link | 17.02.2015

Legge Toscana per la tutela del territorio agricolo

Con l'approvazione di questa legge la Toscana può andare oltre gli interessi particolari e si afferma nel voler tutelare il territorio per le prossime generazioni.

L'assessore Anna Marson ha insistito sul fatto che la Legge pone la Toscana come innovatrice rispetto a un dibattito nazionale che considera più proposte per contrastare il consumo di suolo e che avvicina la Regione alle "più avanzate normative europee". Tra le novità introdotte, vi è anche la possibilità di cambiare le colture senza licenza. Inoltre, per la prima volta è stato stabilito che il suolo rurale è un bene comune e, come tale, va tutelato e preservato nelle sue funzioni produttive ed ecologiche.

Di grande importanza anche la parte che stabilisce tempi certi nella pianificazione locale con l'obbligo di coinvolgere le comunità dei territori in questione.

Green Me: link | 04.11.2014

Nutrirsi del Paesaggio rurale

FAI - Fondo Ambiente Italiano presenta, con il sostegno di Ferrero, il progetto "Nutrirsi di paesaggio", che intende offrire a docenti e studenti un percorso formativo per avvicinare e sensibilizzare gli studenti al tema della tutela del paesaggio quale "...territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni." (dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio).

Il FAI propone di approfondire il rapporto tra l'uomo e l'ambiente attraverso l'osservazione e lo studio del paesaggio rurale italiano, quale viva testimonianza di un processo che, sin dai tempi antichi, ha caratterizzato la trasformazione del nostro territorio per soddisfare una delle esigenze principali dell'uomo: il nutrimento.

La "geografia del cibo", che assume per il nostro paese un'importante valenza identitaria, è al centro dell'indagine dei concorsi nazionali e degli incontri di formazione a partecipazione gratuita dedicati a insegnanti e studenti delle scuole di ogni ordine e grado (continua a leggere).

Alternativa Sostenibile: link | 09.10.2014

Cambiamenti climatici; olivo, grano e pomodoro;

Due studi pubblicati dalla rivista Agricultural Water Management, cercano di analizzare gli impatti dei cambiamenti climatici sull'agricoltura dell'area mediterranea.

In particolare, lo studio intitolato "Impacts of climate change on olive crop evapotranspiration and irrigation requirements in the Mediterranean region" valuta i potenziali impatti del cambiamento climatico sulla crescita dell'olivo, evidenziando come le aree coltivabili adatte alla crescita dell'olivo potrebbero estendersi del 25% nell'arco di 50 anni, ma con un aumento dell'evapotraspirazione e dei consumi di acqua per l'irrigazione in tutto il Mediterraneo.

Mentre, lo studio "Climate change and Mediterranean agriculture: Impacts on winter wheat and tomato crop evapotranspiration, irrigation requirements and yield" si rivolge alla coltivazione del pomodoro e del grano. Gli impatti dei cambiamenti climatici sono in questo caso assai variabili a seconda delle diverse varietà coltivate e delle diverse regioni prese in esame; nuove aree coltivabili potrebbero in particolare estendersi soprattutto nei Paesi del nord del Mediterraneo.


WWF: link | 01.09.2014

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