In Costituzione la tutela della biodiversità e degli ecosistemi 

La proposta di Legge Costituzionale approvata l'8 febbraio 2022 dal Parlamento inserisce la tutela dell?ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi fra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana. Così commenta la notizia il presidente Ispra e Snpa Stefano Laporta: "L'inserimento in Costituzione della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi rappresenta il coronamento di un percorso che nasce dalla sensibilità dei cittadini e conferisce forza a questi temi qualificandoli come beni fondamentali. Un segnale forte, una sfida per tutti noi ed una responsabilità maggiore che consentirà di portare avanti azioni di tutela più convinte ed efficaci per la salute e la qualità della vita, stabilendo definitivamente che l'ambiente è un diritto di tutti, come spesso ha dichiarato il Capo dello Stato. Non è più tempo per esitazioni, la tutela dell'ambiente diventa una norma sancita dalla Costituzione ed il principio cardine attorno cui far ruotare la ripartenza del Paese".

L?articolo 9 fa parte degli articoli "fondamentali" della Costituzione. In esso era già contenuta la tutela del patrimonio paesaggistico e del patrimonio storico e artistico della Nazione, con la riforma si attribuisce alla Repubblica anche la tutela dell?ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e viene specificato esplicitamente un principio di tutela per gli animali.

L?articolo 41, invece, sancisce che la salute e l'ambiente siano paradigmi da tutelare da parte dell?economia, al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana.... (continua a leggere)


SNPA: link | 7/04/2022

Un milione di specie a rischio estinzione

Il 22 maggio è stata celebra la Giornata della biodiversità. Per invertire "un declino senza precedenti" bisogna agire subito. Il peso dei prodotti artificiali supera quello della biomassa."Siamo parte della soluzione". È questo lo slogan scelto dalla Convenzione sulla diversità biologica per celebrare la giornata internazionale della biodiversità che si tiene in tutto il mondo il 22 maggio. Una frase in continuità con quella dello scorso anno, "Le soluzioni si trovano nella natura", per ribadire che l?adozione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile passa (anche) da una corretta gestione del capitale naturale.

Secondo infatti l'Ipbes (Intergovernmental science-policy platform on biodiversity and ecosystem services), l'ente scientifico a supporto delle Conferenze Onu sul tema, gli attuali trend di perdita di biodiversità mettono a rischio l'80% dei Target contenuti in almeno otto Obiettivi di sviluppo sostenibile. La perdita di biodiversità non è dunque solo una questione ambientale, ma è in grado di minare lo sviluppo economico e sociale di un Paese.

Prima ancora dei lavori dell?Ipbes, era stato il "Millennium ecosystem assessment" (Mea) a informare delle conseguenze sul benessere umano scaturite dalla perdita di biodiversità. Nel rapporto del 2005 si dimostrava come "nel 58,1% della superficie terrestre (dove vive il 71,4% della popolazione) la perdita di biodiversità fosse tale da compromettere la capacità degli ecosistemi di sostenere le società umane", una percentuale destinata poi a salire, come dimostrato dalle stime degli ultimi anni. (continua a leggere)


Asvis: link | 30.06.2021

Transizioni necessarie per salvarci dal fallimento globale

Secondo il Rapporto commissionato dal governo inglese al noto economista Partha Dasgupta, bisogna agire subito con investimenti nella conservazione della natura, modifiche alle misure di successo economico e trasformazione delle istituzioni. "Siamo tutti asset manager". Individui, aziende, governi e organizzazioni internazionali, gestiamo il nostro portafoglio attraverso le decisioni di spesa e investimento. Abbiamo, però, fallito nel gestire in maniera sostenibile il nostro portafoglio di beni naturali globali.

È quanto emerge dal rapporto "The economics of biodiversity: the Dasgupta review", pubblicato a inizio febbraio dal noto economista Partha Dasgupta su commissione del Governo inglese, secondo il quale tra il 1992 e il 2014 il capitale prodotto pro capite è raddoppiato e il capitale umano pro capite è aumentato di circa il 13% a livello globale; al contrario, lo stock di capitale naturale pro capite è diminuito di quasi il 40%. Ancora oggi, porre l'attenzione sulla crescita dei primi due tipi di capitale è ciò che si intende per crescita economica e sviluppo di un Paese. Ma il valore reale dei vari beni e servizi che la natura fornisce per la prosperità del genere umano non si riflette nei prezzi di mercato perché gran parte di questo stock è disponibile senza alcun onere monetario.

Invertire la completa degradazione del capitale naturale, evitando che gli ecosistemi raggiungano i cosiddetti tipping points (limite che può generare cambiamenti molto significativi nello stato "vitale" del sistema), richiede un'azione immediata. Agire ora sarebbe molto meno costoso di continuare a portare avanti comportamenti che ritardano questa trasformazione. Riusciremmo, inoltre, a raggiungere obiettivi sociali più ampi, tra cui affrontare il cambiamento climatico (uno dei principali motori della perdita di biodiversità) e diminuire i fattori di povertà. (continua a leggere)


ASVIS: link | 03.03.2021

In Europa la biodiversità è in continuo declino

Secondo il rapporto "State of nature in the EU - Results from reporting under the nature directives 2013-2018", pubblicato dall?European Environment Agency (EEA), "L'agricoltura e la silvicoltura insostenibili, l'espansione urbana incontrollata e l?inquinamento sono in principali colpevoli di un drastico calo della biodiversità in Europa, che minaccia la sopravvivenza di migliaia di specie animali e habitat".

Le direttive UE Habitat e Uccelli richiedono sforzi di conservazione per oltre 2.000 specie e habitat in tutta l'Unione europea. Il rapporto EEA, che si basa sui dati comunicati dagli Stati membri dell'UE, è il più ampio e completo lavoro di raccolta e comunicazione di dati effettuato in Europa sullo stato della natura. Oltre 220.000 persone (il 60% delle quali volontari) hanno contribuito a questo processo in tutta l'UE. I dati analizzati puntano a identificare i successi e le carenze nella conservazione della natura, le pressioni e le minacce chiave e lo stato delle attuali misure di conservazione.

Circa la metà (47%) delle 463 specie di uccelli nell'UE gode di uno stato di conservazione buono, il 5% in meno rispetto all'ultimo periodo di riferimento 2008-2012. La percentuale di uccelli con cattive o pessime condizioni di conservazione è aumentata del 7% negli ultimi 6 anni, raggiungendo il 39%. A livello nazionale, circa il 50% delle tendenze demografiche in miglioramento riguarda principalmente gli uccelli marini e delle zone umide per i quali sono stati designati siti Natura 2000, come la casarca comune  o l'uria nera. Gli uccelli che si riproducono in Europa, come la gru e il nibbio reale, hanno la percentuale più alta di rapporti che mostrano un miglioramento dei trend della popolazione, questo è dovuto alla loro protezione e al ripristino dei loro habitat e al miglioramento della conoscenza, del monitoraggio e della consapevolezza.

Solo il 15% degli habitat UE valutati presenta un buono stato di conservazione, con l'81% che è in uno stato di conservazione scadente o cattivo. Praterie, dune e habitat di torbiere, paludi e paludi mostrano forti tendenze al deterioramento, mentre le foreste hanno trend in maggiore miglioramento. Rispetto al periodo di riferimento precedente, la quota di habitat con cattivo stato di conservazione è aumentata del 6%.

Le regioni marine hanno molte valutazioni con stato di conservazione sconosciuto, che riflette la mancanza generale di dati sulle specie. (continua a leggere)


Green report: link | 20.10.2020

Il valore dei servizi ecositemici

Cambiamenti climatici e perdita di biodiversità NON possono più essere considerati questioni separate, devono essere affrontate insieme e ora - spiega nel suo intervento alla Camera il, chimico dell?atmosfera Sir Robert Watson, ex presidente dell'Ipcc e dell'Ipbes - Compromettono lo sviluppo economico, minacciano la sicurezza alimentare e delle risorse idriche e la salute umana, colpiscono principalmente i poveri e possono portare a conflitti. È essenziale che i governi, insieme al settore privato, affrontino immediatamente questa emergenza.

I dati portati all'Aurelio Peccei lecture 2019, organizzata alla Camera dei deputati dal WWF Italia insieme alla Fondazione Aurelio Peccei e al Club di Roma, non lasciano margini di dubbio sulla nostra responsabilità per il declino dei servizi ecosistemici: l'intervento umano ha ormai trasformato significativamente il 75% della superficie delle terre emerse, provocato impatti cumulativi per il 66% delle aree oceaniche e distrutto l'85% delle zone umide, mentre oltre il 30% delle barriere coralline è a rischio.

Come documenta l'Ipbes (l?Intergovernamental science policy platform on biodiversity and ecosystem services) almeno un milione di specie viventi sono in via di estinzione nei prossimi decenni, su di una stima delle specie esistenti ritenuta intorno agli 8 milioni, e il tasso totale di estinzione delle specie è oggi a un livello che supera dalle decine alle centinaia di volte la media del livello di estinzione verificatasi negli ultimi 10 milioni di anni. Tradotto in costi, tra il 1997 e il 2011 il mondo ha già perso circa 4-20.000 miliardi di dollari all'anno a causa del consumo eccessivo e scorretto del suolo e 6-11.000 miliardi di dollari l'anno per il degrado ... (continua a leggere)


greenreport: link | 19.11.2019

Biodiversità, clima e ambiente montano

La vita sulla Terra è incredibilmente diversificata e mostra sorprendenti modelli geografici globali nella biodiversità. Due Studi; "Humboldt?s enigma: What causes global patterns of mountain biodiversity?" e "Building mountain biodiversity: Geological and evolutionary processes". Pubblicati sul numero speciale di Science dedicato alla "Mountain Life" da due team di ricerca internazionali guidati dal danese Carsten Rahbek, rivelano che le regioni montane, in particolare quelle tropicali, sono luoghi di una straordinaria e sconcertante biodiversità.

I ricercatori sottolineano che "Sebbene le regioni montane coprano solo il 25% della superficie terrestre, ospitano oltre l'85% delle specie di anfibi, uccelli e mammiferi del mondo e molte di queste si trovano solo nelle montagne". Cosa sia a determinare i modelli globali di biodiversità è stato un enigma per gli scienziati sin dai tempi di Von Humboldt, Darwin e Wallace. Eppure, nonostante due secoli di ricerche, questa domanda è rimasta senza risposta. I due studi documentano il modello globale della biodiversità montana, concentrandosi sul fatto che "L'alto livello di biodiversità riscontrato sulle montagne va molto oltre quanto ci si aspetterebbe dalle ipotesi prevalenti".

I nuovi studi pubblicati su Science rivelano che "Parte della risposta sta nella comprensione che il clima delle aspre regioni montuose tropicali è fondamentalmente diverso, per complessità e diversità, rispetto alle adiacenti regioni di pianura. I climi di montagna, eterogenei in maniera unica, svolgono probabilmente un ruolo chiave nel generare e mantenere un'alta diversità"... (continua a leggere)


Greenreport: link | 18.10.2019

L'ora della Terra

Torna Earth Hour, la più grande mobilitazione planetaria in tema di cambiamenti climatici. Quest?anno lo slogan è #Connect2Earth a significare lo stretto legame tra uomo e natura, tra cambiamenti climatici e perdita di biodiversità, il capitale naturale sul quale poggia la nostra stessa vita. Gli obiettivi concreti sono fermare la perdita di biodiversità e dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 a livello globale.

L'evento WWF, giunto alla sua dodicesima edizione, lo scorso anno ha fatto registrare numeri da record: 188 paesi coinvolti, 18.000 monumenti storici o simboli spenti, oltre 3 miliardi di messaggi veicolati sui social, più di 250 Ambasciatori e influencer votati alla causa. In Italia sono stati più di 400 i comuni che hanno partecipato, spegnendo le proprie luci grazie alla collaborazione di centinaia di volontari sul territorio e la preziosa collaborazione di ANCI. Quest'anno l?appuntamento centrale per l'Italia si svolgerà a Matera, città Capitale Europea della Cultura 2019 e già sito UNESCO dal 1993, dove l?evento è realizzato in collaborazione con il Comune. (continua a leggere)


WWF: link | 26.03.2019

COP14 e Convenzione delle Nazioni Unite sulla CBD

La quattordicesima Conferenza delle Parti (COP14) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica (CBD) si è conclusa con un accordo per avviare il processo preparatorio per un piano globale post 2020 (quando dovrà essere aggiornato e ritarato il decennale Piano Strategico per la conservazione della Biodiversità planetaria, approvato dalla comunità internazionale nel 2010), avvicinandosi quindi al "New Deal per le Natura e le Persone nel 2020" come richiesto dal WWF. Si tratta di un passo fondamentale per incrementare le azioni rivolte a fermare la pericolosa perdita di biodiversità senza precedenti che stiamo vivendo oggi e che coinvolge con forza il futuro dell?intera umanità, perché la biodiversità costituisce la "struttura" di base che consente la vita quotidiana di tutti noi.

L?accordo sottoscritto prepara il terreno ai governi affinché dimostrino la loro leadership e rafforzino il loro impegno nella conservazione dei sistemi naturali, che sostengono la diversità della vita sulla Terra e offrono beni e servizi essenziali per il benessere delle persone e del Pianeta, e per la nostra stessa qualità della vita. Senza i servizi che quotidianamente gli ecosistemi offrono all'umanità (dal ciclo dell?acqua alla rigenerazione del suolo, dalla stabilità climatica ai cicli di elementi fondamentali come il carbonio, l'azoto e il fosforo, dalla possibilità di utilizzare la ricchezza stessa della vita per farmaci, fibre, legno ecc. alla varietà delle fonti alimentari disponibili, ecc.) non potremo avere lo sviluppo e il benessere nelle nostre società.

Il New Deal dovrà fermare la perdita di biodiversità e dovrà essere equo e rispettoso dei diritti di tutte le popolazioni, specialmente quelle delle economie in fase di sviluppo e delle comunità locali che difendono la rete della vita. (continua a leggere)


WWF: link | 10.12.2018

Fotografare le specie aliene e invasive

Fotografare le specie aliene per tutelare la biodiversità, un contest fotografico "Click, alieni tra noi"  del progetto Life ASAP per scoprire e riconoscere le specie aliene.

Il contest è un concorso di merito aperto a tutti e gratuito. Si può partecipare con un numero massimo di tre fotografie inedite. Protagoniste degli scatti dovranno essere le specie aliene presenti sul nostro territorio. La proclamazione dei vincitori avverrà il 31 dicembre 2018, dopo la selezione svolta da una giuria composta da fotografi e giornalisti professionisti e da un rappresentante di ogni partner del progetto Life ASAP.

Life ASAP mira ad aumentare la consapevolezza e la partecipazione attiva dei cittadini sul problema delle specie aliene invasive (IAS) e a promuoverne la corretta ed efficace gestione da parte degli enti pubblici preposti grazie alla piena attuazione del regolamento europeo in materia di specie aliene invasive (continua a leggere)


ISPRA: link | 24.07.2018

In Europa non scende il tasso di perdita di biodiversità

A un anno di distanza dal "Piano d'azione per la natura" adottato dalla Commissione Europea e volto a una migliore attuazione delle direttive comunitarie per la tutela della natura (direttive Uccelli e Habitat), preceduto dal successo della campagna Allarmenatura in difesa delle direttive, le associazioni BirdLife Europa (per l?Italia, Lipu-BirdLife Italia), WWF Italia, Eeb e Friends of the Earth Europe pubblicano un report che evidenzia un?insufficiente tutela delle più preziose aree naturali d'Europa da parte degli stessi Stati membri.

Il report, che ha riguardato 18 Stati sui 27 membri dell'Unione europea, afferma che questi stati, pur avendo trasposto le direttive Uccelli e Habitat nel proprio sistema legislativo nazionale, non hanno attuato in modo sufficiente le direttive stesse. Ciò significa che specie e habitat protetti a livello europeo non stanno beneficiando di quelle tutele di cui hanno necessità e che verrebbero loro assicurate attraverso il pieno rispetto delle direttive. In Italia, solo un criterio ha ottenuto il semaforo verde (ossia, risultato soddisfacente) quello relativo alla trasposizione delle direttive Uccelli e Habitat. 

Il report evidenzia come la perdita di biodiversità stia continuando in tutto il territorio europeo, e come dimostrano anche altri studi, assistiamo a declini drammatici per gli insetti e gli uccelli negli ambienti agricoli ... (continua a leggere)


WWF: link | 15.05.2018

La richezza economica della Natura

Il recente rapporto della Commissione The Lancet sull'inquinamento e la salute, si è espresso in maniera molto chiara affermando che oggi, l'inquinamento costituisce la maggiore causa ambientale di malattie e decessi prematuri. I media si sono giustamente soffermati sul dato stimato dalla Commissione, di un totale di 9 milioni di morti premature causate dall'inquinamento nel 2015 (il 16% dei decessi a livello mondiale).
 
Lo stato di salute della nostra aria, della nostra atmosfera, del nostro clima, nonché quello del suolo, delle acque, della ricchezza della vita che ci circonda, la biodiversità, sono tutte componenti fondamentali del nostro capitale naturale. Il termine capitale naturale, mediato dall?economia (come i termini capitale umano, sociale, finanziario, infrastrutturale, ecc.) significa tutto ciò che dai sistemi naturali presenti sul nostro pianeta utilizziamo, prendiamo, trasformiamo, processiamo, nei complessi metabolismi delle nostre società.  Lo stato di salute del capitale naturale costituisce anche la base fondamentale della salute dell'umanità. Il nostro intervento sui metabolismi naturali ha di fatto trasformato i processi naturali, che sono circolari (ed esistono da quando la vita si è evoluta sulla Terra, intorno a 3.8 miliardi di anni fa) e dai quali non si produce mai un vero e proprio "rifiuto" ma sempre qualche elemento o composto riutilizzato in altri modi, in processi lineari, al termine dei quali vi è sempre un prodotto di scarto, un rifiuto, un inquinamento, sia esso solido, liquido o gassoso. (continua a leggere)


La Stampa: link | 30.12.2017

L'uso del suolo influisce su temperature e precipitazioni.

Alberi e foreste possono influire con diverse modalità sulla temperatura nelle varie aree del pianeta, soprattutto in base al suolo, cioè dell'uso che ne viene fatto, in ragione del proprio colore, e anche dell?acqua disponibile, pertanto l'uso del suolo incide sulle temperature e sulle precipitazioni a livello regionale.

Un team internazionale di scienziati (in questo articolo) precisa che in base al tipo di copertura del suolo, ad esempio, foreste, prati, o di campi coltivati, si può scegliere che tipo di strategia adottare per contrastare i cambiamenti climatici anche a livello locale.

I ricercatori spiegano come la deforestazione contribuisca ad un aumento della temperatura nelle aree tropicali, e a una diminuzione in quelle boreali come ad esempio la Siberia e l?estremo nord dell?Europa, mentre più complesso è il discorso per le zone temperate. A fare la differenza, la presenza o meno di neve sul suolo e la disponibilità di acqua nell'ecosistema (continua a leggere).


CMCC: link | 8.6.2017

Con il Bio fino al 60% di gas serra in meno

Un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Cleaner Production, valuta il contributo che l'agricoltura biologica può offrire nella lotta ai cambiamenti climatici rispetto all'agricoltura tradizionale, cioè stima un contributo potenziale fino 60% di emissioni di gas serra in meno. Si potrebbe produrre produrre cibo di qualità e allo stesso tempo promuovere azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici.

I risultati dello studio sono sorprendenti: se si considera infatti il contributo in termini di emissioni di gas serra per ettaro di superficie coltivata, il biologico consente di abbattere le emissioni del 60% rispetto all'agricoltura convenzionale, che invece ha un impatto più elevato per la maggiore densità dei seminativi e l'impiego massiccio di prodotti chimici, come fertilizzanti chimici e pesticidi. Resta sempre aperto il dibattito su come produrre cibo a sufficienza per sfamare i 9 miliardi di abitanti previsti da molti indici demografici per il 2050, anche se ormai è evidente che malgrado sistemi agricoli intensivi con alte rese produttive, non corrispondono soluzioni efficaci contro la fame, e tutto questo sempre più a discapito del clima, e quindi, a svantaggio dell'agrosistema stesso (continua a leggere).


CMCC: link | 23.05.2017

Fondo per la biodiversità agricola 

Pubblicato il decreto per il funzionamento del Fondo per la tutela della biodiversità di interesse agricolo e alimentare che rappresenta l'occasione per valorizzare le attività svolte dalle imprese agricole e di allevamento a sostegno della biodiversità. Il fondo avrà una dotazione di 500.000 euro annui, mentre un successivo decreto ministeriale ne definirà le modalità di funzionamento, nonché individuerà le azioni di tutela da sostenere. Il Decreto stabilisce i principi per l'istituzione di un sistema nazionale finalizzato alla tutela delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali dal rischio di estinzione e di erosione genetica, precisando che la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare sono perseguite anche attraverso la tutela del territorio rurale, contribuendo a limitare i fenomeni di spopolamento e a preservare il territorio da fenomeni di inquinamento genetico e di perdita del patrimonio genetico.

Sulla base delle previsioni del decreto può sostenere, nel rispetto dei limiti di spesa indicati, le azioni degli agricoltori e degli allevatori realizzate, direttamente o tramite progetti, nei quali siano presenti come partenariato attivo e attuati in collaborazione con soggetti scientifici e non, pubblici e/o privati ed esperti per materia (continua a leggere)


Coldiretti: link | 02.05.2017

ERIC LifeWatch

L'UE ha istituito il consorzio di ricerca Eric LifeWatch infrastruttura europea di e-scienza e tecnologia per la ricerca sulla biodiversità e gli ecosistemi. Eric LifeWatch è un consorzio, che sede legale a Siviglia, il cui obiettivo è costituire e gestire l'infrastruttura e i sistemi di informazione necessari per integrare i dati per la ricerca sulla biodiversità e gli ecosistemi. In tal modo cerca di migliorare la comprensione, i collegamenti e le sinergie con altri problemi della società quali l'adeguamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione degli stessi, e fornire capacità analitiche.

L?Eric LifeWatch, infatti, cerca di garantire l'erogazione di servizi per il reperimento, l'analisi e la visualizzazione dei dati. Fornisce un supporto per gli utenti in sito o via web per la cooperazione e la sperimentazione scientifica. Inoltre offre un sostegno alle strutture nazionali ed internazionali, compresa una collaborazione con le stesse, sulla base di accordi in materia di mobilitazione e condivisione dei dati, capacità computazionale e sviluppo di nuove capacità infrastrutturali. (continua a leggere)


Greenreport: link | 22.03.2017

Le potenzialità della rete natura 2000

Secondo la Corte dei Conti Europea la Rete Natura 2000, non è stata ancora adeguatamente attivata. Ciò sottolinea che occorrono ancora progressi significativi da parte degli Stati membri e maggiori sforzi da parte della Commissione per poter contribuire al raggiungimento degli obiettivi della strategia dell?Ue sulla biodiversità fino al 2020.

La relazione speciale della Corte "Occorre fare di più per realizzare appieno le potenzialità della rete Natura 2000" si è avvalsa di auditor che hanno visitato 24 siti Natura 2000 e condotto indagini negli Stati membri interpellando vari gruppi di portatori di interesse. La rete Natura 2000 è la rete ecologica di conservazione più grande al mondo, che comprendente il 18% del territorio in tutta l?Ue, nonché circa il 6% di zone marine. Natura 2000 è il fulcro della strategia dell?Ue. Una strategia volta ad arrestare la perdita di biodiversità e a fornire servizi ecosistemici entro il 2020.

Le attività socio-economiche non sono proibite nei siti Natura 2000, ma gli Stati membri devono far sì che questi non subiscano un deterioramento e adottare le misure di conservazione necessarie al fine di mantenere o ripristinare uno status di conservazione soddisfacente per le specie e gli habitat protetti (continua a leggere)


Fonte: Greenreport | 23.02.2017

Fitofarmaci e fertilizzanti di origine naturale

L'agricoltura sostenibile, biologica oppure integrata, ha sempre più necessità di avere a disposizione sostanze attive di origine naturale (bioprodotti).

Molti di questi sono già stati oggetto di studio del Centro di ricerca per le colture industriali del Crea (v. La chimica verde,  di Lorenzo D?Avino e Luca Lazzeri, in "Il manuale del biologico", Ministero delle Politiche Agricole - Edagricole,  2012) . A questa classe, appartengono i formulati preparati a partire da principi attivi estratti dalle piante che rappresentano la materia prima per ottenerli.

Siamo di fronte ad una nuova frontiera nella difesa delle colture, che cerca di promuovere l'uso di molecole di origine naturale a ridotto impatto ambientale, in sostituzione preparati di sintesi (diserbanti, fertilizzanti etc.).

Ciò avrebbe un notevole effetto positivo sull'inquinamento e nel rispetto della naturale fertilità dei suoli, mantenendo viva ed attiva anche gran parte della sua biodiversità microbica (continua a leggere).


Coldiretti: link | 28.11.2016

Negli ultimi anni perso il 10% delle aree wilderness

Wildlife Conservation Society - WCS, ha recentemente pubblicato lo studio "Catastrophic Declines in Wilderness Areas Undermine Global Environment Targets", dal quale emerge una clossale erosine delle aree selvatiche di tutto il l mondo negli ultimi 20 anni. Il team di ricercatori afferma che le perdite che la natura ha subito dagli anni  ?90 riguardano un decimo del wilderness globale (aree selvatiche protette).

Secondo i ricercatori, i risultati rimarcano la necessità di politiche internazionali che riconoscano il valore delle aree naturali, per affrontare le minacce senza precedenti che abbiamo di fronte.

James Watson dell?Università australiana del Queensland, evidenzia che molte delle aree wilderness, nonostante siano roccaforti per la biodiversità, servano alla regolamentazione climatica locale, oltre che sostenere molte delle comunità economicamente più emarginate del mondo, sono completamente ignorate nella politica ambientale.

I meccanismi politici internazionali devono riconoscere le azioni necessarie per mantenere le aree wilderness, prima che sia troppo tardi (continua a leggere).


Green Report: link | 12.09.2016

Pesticidi nelle acque e #StopGlifosato

L'ultimo rapporto Nazionale "pesticidi nelle acque"  ha rivelato come un campione di acqua superficiale su cinque non solo risulta contaminato, ma spesso supera il livello standard di qualità ambientale previsto per legge. Da questo punto di vista gli erbicidi sono le sostanze maggiormente presenti e tra questi, al primo posto il Glifosato e il suo metabolita AMPA presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, anche se i dati rilevati fino ad oggi, per queste due sostanze, sono solo per Lombardia e Toscana.

AIAB insieme alla coalizione italiana #StopGlifosato ha inviato una lettera al ministro Martina per chiedere un incontro in rappresentanza delle 38 organizzazioni del settore dell'agricoltura biologica, dell'ambiente, della tutela del territorio, dei consumatori e degli oltre 110mila Italiani che hanno già firmato una petizione per chiedere la messa al bando del Glifosato.

E' possibile firmare la petizione tramite il portale avaaz.org da questo link.


AIAB: link | 16.05.2016

ColtiviAMO BIOdiversità

Il mercato mondiale del seme è oggi nelle mani di 10 grosse aziende che ne detengono l'oligopolio. Questo limita la sovranità alimentare, impoverisce le tasche degli agricoltori, sempre più soggetti a regole dettate dalle multinazionali. "Bisogna riportare il controllo dei semi nelle mani degli agricoltori", dice Salvatore Ceccarelli, genetista e sperimentatore in molti paesi del mondo del miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo."

La biodiversità dunque è un bene comune e come tale va custodita, coltivata e tutelata attraverso le pratiche agronomiche proprie dell'agricoltura biologica e biodinamica e lavorando sui semi del futuro. E proprio qui sta la scommessa di AIAB che ha lanciato il 19 gennaio a Roma, alla Città dell'Altra Economia, la campagna "ColtiviAMO BIOdiversità ? bene comune", a tutela della biodiversità, del suolo e della sovranità alimentare, un grido di allarme e insieme di riscossa, per richiamare l'attenzione su un tema di vitale importanza. Il progetto durerà un anno e coinvolgerà le aziende agricole biologiche sostieni il progetto (continua a leggere)


Agronotizie: link | 02.03.2016

Legge di stabilità e miglioramento genetico 

L'obiettivo è della tutela della biodiversità, passa anche per il miglioramento genetico di alcune colture che sono patrimonio ed eccellenze italiane, ed il Mipaaf investirà circa 21 milioni di euro.

Le colture che verranno studiate sono: vite, olivo, pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio e pioppo. "Vogliamo tutelare al massimo il nostro patrimonio unico di biodiversità", ha dichiarato il ministro Martina. Biotecnologie sì, ma non Ogm transgenici. Il Mipaaf ha infatti sottolineato come le tecniche utilizzate dai ricercatori, il genome editing e la cisgenesi, non producono sementi differenti da quelle che si potrebbero avere tramite incroci naturali, proprio perché non c'è inserimento di materiale estraneo a quello della specie stessa. l'obiettivo è aumentare non solo la competitività, l'efficienza produttiva e la sostenibilità del sistema agricolo, ma anche formulare opzioni per l?adattamento ai cambiamenti climatici. (continua a leggere).


Agronotizie: link | 14.01.2016

I pagamenti per i servizi ecosistemici

Il prima possibile il Governo Italiano dovrà adottare dei decreti per introdurre un sistema di pagamento dei PSEA, ovvero di servizi ecosistemici ed ambientali; ciò è stato previsto dal "Collegato ambientale" che è, ad oggi, è in attesa di approvazione definitiva alla Camera. Queste nuove Norme defininarro un sistema di criteri che introdurrano la valutazione di una remunerazione economica dei servizi resi, dall'agricoltura, per l'ambiente e l'ecosistema, come quota di valore aggiunto.

Tra i criteri direttivi, la nuova disposizione indica l'obiettivo di assicurare la remunerazione dei servizi di fissazione  del carbonio delle foreste e dell'arboricoltura da legno di proprietà demaniale, collettiva e privata; di regimazione delle acque nei bacini montani; di salvaguardia della biodiversità delle prestazioni ecosistemiche e delle qualità paesaggistiche.


Coldiretti: link | 01.12.2015

150 milioni di euro dal PSR per la tutela dell'agrobiodiversità

La programmazione 2014-2020 dei PSR destinano rilevanti risorse finanziarie per la salvaguardia delle risorse genetiche e delle razze autoctone a rischio estinzione. La tutela dell'agrobiodiversità è, infatti, una delle priorità delle politiche di Sviluppo Rurale. Confermando quanto già previsto nel precedente periodo di programmazione, si prevedono dunque specifici aiuti per le imprese agricole che intendono investire nella conservazione delle razze autoctone minacciate di abbandono e nelle risorse genetiche vegetali minacciate di erosione genetica.

Tali programmi promuovono anche interventi mirati, concertati e di accompagnamento a favore della conservazione, dell'uso e dello sviluppo sostenibile, delle risorse genetiche in agricoltura. Si tratta di interventi a favore di enti ed istituti di ricerca pubblici e privati sulla base di indicazioni operative e di linee di intervento definite a livello regionale (continua a leggere)


Coldiretti: link | 04.09.2015

L'agricoltura bio per incrementare la varietà di specie

Durante la giornata mondiale della biodiversità sono emerse cifre spaventose sulla perdita di variabilità biologica e di specie. Il rischio arriva soprattutto dal surriscaldamento del clima e dallo sfruttamento del suolo.

Una soluzione a questo problema può arrivare dall'agricoltura biologica e l'Italia, in questo, può avere un ruolo fondamentale. Secondo l'Ispra il nostro Paese è al secondo posto in Europa per superficie "bio", dopo la Spagna (con 1,6 milioni), e al quinto posto nel mondo.

Sempre secondo Ispra, l'ampia presenza di terreni destinati alla produzione biologica ha un effetto positivo sull'ambiente e la fauna: "Nei terreni biologici, dove è proibito l'uso di fertilizzanti, pesticidi e erbicidi di sintesi, è possibile rilevare (per alcune specie) un numero doppio di varietà vegetali rispetto a quelli convenzionali.


AIAB: link | 03.06.2015

Il costo dell'impoverimento delle risorse naturali

Un rapporto del WWF dimostra come il sempre più crescente disastro ecologico stia superando per gravità le dimensioni attuali della crisi economica ed è in linea con le conclusioni principali dell?ampio rapporto sullo Stato dell'Ambiente, presentato la settimana scorsa dall'EEA (Agenzia Europea per l?Ambiente).

I danni provocati dalle alluvioni, come quelle che hanno colpito anche di recente il nostro paese, sono costate negli ultimi 10 anni più di 150 miliardi di euro, la "bolletta annuale" dell'inquinamento dell'aria equivale invece a 537 miliardi di euro, mentre le industrie europee sono costrette a importare materie prime non più disponibili in Europa del valore di 300 miliardi di euro. Le economie sostenibili hanno un potenziale enorme in termini di benefici prodotti; le stime attuali indicano una capacità di generare oltre 20 milioni di posti di lavoro entro il 2020. (continua a leggere)


WWF: link | 20.03.2015

Gestione delle foreste: opportunità per i servizi ecosistemici

Un recente seminario organizzaro da INEA "Le foreste nel mercato dei servizi ecosistemici", è stato fatto il punto della situazione sul mercato volontario dei crediti di carbonio forestali, ossia il sistema che permette, su base volontaria, ad organismi profit e no-profit, amministrazioni locali, imprese e anche singoli cittadini, di ridurre le emissioni in atmosfera e generare benefici sociali e ambientali grazie alla funzione di carbon sink (stoccaggio del carbonio) esercitata dal settore agroforestale.

Come noto, tuttavia, questa importante funzione, direttamente collegata alla gestione forestale, non è ancora associata ad alcuna forma di riconoscimento economico per gli operatori agroforestali, inoltre è ampiamente riconosciuto il ruolo svolto dalle foreste, per il mantenimento della stabilità ambientale in termini di biodiversità, ciclo dell?acqua e lotta al dissesto idrogeologico.

L?importanza dei servizi ecosistemici, tra l?altro, è stata anche riconosciuta dal Governo, presentando la possibilità di introdurre un sistema di pagamento dei servizi ecosistemici e ambientali PSEA.


Coldiretti: link | 17.02.15

Proposta di Legge sulla Biodiversità

"Nella biodiversità sta la chiave per la sicurezza alimentare e l'unica risposta possibile ai cambiamenti climatici." Questo il commento di Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB, alla notizia dell'approvazione da parte della Camera della proposta di legge sulla biodiversità. Nella legge ci sono aspetti innovativi, come l'istituzione del Fondo per la tutela della biodiversità, il principio che le varietà vegetali iscritte all'Anagrafe nazionale della biodiversità non sono oggetto di brevetto e il riconoscimento della figura degli agricoltori e degli allevatori custodi. Sicuramente resta da migliorare il diritto alla vendita diretta, in ambito locale, delle sementi delle varietà autoctone conservarte e recuperate dagli agricoltori.

Biodiversità e biologico costituiscono un binomio indissolubile, nonché le carte vincenti su cui puntare per il futuro del cibo e di tutto il sistema alimentare, soprattutto in un paese come l'Italia che ha nel biologico uno dei settori più trainanti dell'economia e delle esportazioni (continua a leggere)


AIAB: link | 09.01.2015

OGM e danni all'agro-ecosistema

In occasione del Salone internazionale del gusto e di Terra Madre, sono state ribadite alcune delle numerose perplessità sul tema OGM, in particolare, sono sotto la "lente d'ingrandimento" i danni che gli organismi geneticamente modificati causano alla biodiversità, alle varietà produttive e alle tipicità eno-gastronomiche locali, di fatto, uniformando ed indebolendo il contesto agrosistemico.

Da notare come sia emergente il problema della resistenza degli insetti alle tossine transgeniche, e la contaminazione dei suoli dovuta alla particolare resistenza delle specie geneticamente modificate agli erbicidi, infatti, la capacità di resistere agli erbicidi comporta che le ecotossine presenti nella pianta si propagano nelle radici e nel suolo diffondendosi in aree molto vaste.

A supporto di questa tesi, si registra che negli Stati Uniti le etichette apposte sui sacchi delle sementi OGM riportano l'avviso "Respect your refugee": ciò significa che, in sostanza, la coltivazione deve essere tenuta lontana da zone rifugio (OGM free) per evitare la potenziale contaminazione dell'intera area, pertanto, le aperture verso una possibile coesistenza sono altamente rischiose.


Coldiretti: link | 04.11.2014