Valore economico

Nuove sinergie


I servizi di un ecosistema dipendono in larga misura dalla biodiversità, la cui funzione economica è legata all'uso produttivo di molte risorse naturali; ad essa si aggiungono anche aspetti paesistici e benefici per le politiche economiche derivanti dal mantenimento e dal ripristino della qualità ambientale. Sono particolarmente interessanti i vantaggi legati alla riduzione della "vulnerabilità ecologica" dell'ecosistema; ad esempio, garantire la naturale fertilità dei terreni agricoli permette una riduzione dell'uso dei fertilizzanti.

Alla base del ragionamento è fondamentale considerare che i servizi ecosistemici offrono prima di tutto i "supporting services", che permettono la fornitura di tutti gli altri tipi di servizi a sostegno della vita all'interno dell'ecosistema, come per esempio la formazione del suolo e il ciclo dei nutrienti (Millennium Ecosystem Assessment - 2005).

Ad oggi è possibile suddividerli in tre tipologie:

  • provisioning services - sono facilmente identificabili poiché rappresentano tutti i beni che derivano dagli ecosistemi e di cui l'uomo si serve per soddisfare vari bisogni, in questo contesto, ad esempio, può essere compresa anche la disponibilità di acqua dolce;
  • regulating services - rappresentano i benefici derivanti dalla regolazione dei processi che si instaurano nell'ecosistema, ad esempio il contenimento tramite mitigazione dei rischi naturali derivati dal surriscaldamento climatico ad opera di GHG;
  • cultural services - sono tutti quei servizi, spesso caratterizzati da caratteri di intangibilità, che offrono ad esempio identità e diversità culturale, patrimonio paesaggistico, servizi spirituali o ricreativi, turismo, etc.

  benefici derivati dai supporting services - fonte: Millennium Ecosystem Assessment

Esperti a livello mondiale, stanno valutando i crescenti costi dovuti alla perdita di biodiversità e al degrado degli ecosistemi, per richiamare l'attenzione sui benefici economici, oltre che ecologici, derivati dai servizi ecosistemici (The Economics of Ecosystems and Biodiversity - TEEB).

Il problema della corretta "contabilizzazione" dei servizi offerti dalla natura risiede nel paradosso che vede i flussi di cibo, energia rinnovabile, materia organica, ciclo dei nutrienti, fertilità, sequestro di CO2, acqua dolce, ect, fuori dal mercato, ovvero privi di un valore monetario ben preciso, eppure questi sono servizi indispensabili per la vita dell'uomo.

Sono state introdotte anche modalità per il pagamento dei servizi ecosistemici payment for Ecosystem Services - PES, in Italia PSEA - servizi ecosistemici ed ambientali; ad ogni modo, si tratta sostanzialmente di incentivi economici, rivolti a soggetti che con certificazioni volontarie e buone pratiche, promuovono il mantenimento delle molteplici funzioni ecologiche offerte dalla biodiversità e dal rispetto del capitale naturale.

L'agricoltura ecologica può produrre anche beni pubblici di tipo ambientale, come il paesaggio agrario, i prodotti tipici; di qualità e tradizionali, presidio del suolo, corridoi ecologici e molto altro, ma questa attenzione nel sitema economico attuale, può rappresentare una spesa aggiuntiva, che deve essere giustamente remunerata.

La modalità basata su premi ed incentivi è sicuramete utile, ma è necessario prima di tutto comprendere la nostra dipendenza dalla natura anche nelle leggi del mercato e dell'economia classica. Non solo non è più possibile, ma è anche sconveniente, considere l'ambiente come una semplice esternalità. Per questo motivo la valutazione dei servizi ecosistemici deve mirare a comprendere i vantaggi socio-economici generati da scelte produttive e gestionali, in equilibrio con l'ecosistema, ed adatte a migliorarne anche la fitness ambientale.

 Il valore della dipendenza dalla biodiversità

Un altro esempio della dipendenza dell'uomo dalla diversità delle specie esistenti, e dai servizi che queste forniscono, risiede nel fatto che esse costituiscono un patrimonio prezioso per ottenere principi attivi, necessari ad esempio alla cura delle malattie. Circa l'80% della produzione mondiale di medicinali è ottenuta da piante o da estratti vegetali.

Il National Cancer Institute (USA) ha identificato 1.400 specie tipiche delle foreste tropicali, che contengono sostanze utili contro il cancro. Più di 70.000 specie di piante sono usate nella medicina tradizionale e moderna, di queste circa 20.000 piante medicinali tradizionali sono a rischio di sovrasfruttamento ed alcune rischiano l'estinzione (IUCN). In questo caso la perdita di conoscenza e di nuove possibilità, è un aspetto che non può essere quantificato.

Nuove sinergie

Sappiamo che oltre al fito-placton, le aree verdi e le foreste sono la principale risorsa per lo scambio e la regolazione della concentrazione del diossido di carbonio nell'atmosfera, ed insieme a specchi d'acqua, suolo e paludi, offrono un contributo essenziale per l'assorbimento di questo gas.

Un ruolo chiave è offerto dalle aree seminaturali e rurali, dove possono essere adottate pratiche agricole volte al mantenimento della fertilità con riduzione dei processi di erosione e impermeabilizzazione dei suoli (rotazione colturale, tecniche agro-ecologiche, metodo biologico, etc.).

In questo senso la mitigazione delle conseguenze dell'effetto serra è in sinergia con la conservazione della diversità biologica, parametro guida per il mantenimento dei servizi ecosistemici.

Queste tecniche permettono di sottrarre una parte del carbonio all'atmosfera per trasformarlo in sostanza organica, inoltre, salvaguardano le risorse idriche sotterranee e di superficie migliorando la disponibilità delle acque. Un esempio di come la conservazione e il recupero della fitness ambientale, con il relativo aumento dell'ecotono, può essere coniugato con le attività produttive primarie e le misure necessarie per contenere il cambio del clima, contribuendo ad aumentare la resilienza dei sistemi.